Da Casarsa a Grado: i luoghi che legano Pasolini al Friuli Venezia Giulia

Pasolini e il Friuli Venezia Giulia

Pier Paolo Pasolini è stato uno dei più grandi intellettuali, poeti e registi di tutto il Novecento italiano. Nato a Bologna nel 1922, visitò il Friuli Venezia Giulia moltissime volte poiché la madre tanto amata, Susanna Colussi, era originaria di Casarsa della Delizia. Presso questo paesino friulano Pasolini trascorse anni della sua infanzia e molteplici vacanze estive. Il legame di Pasolini con il Fvg si rispecchia anche nelle sue opere, in cui menziona molte volte alcuni luoghi della regione. Da Casarsa a Grado, i posti friulani omaggiati da Pasolini sono tanti.

Casarsa della Delizia

In prima posizione c’è sicuramente Casarsa della Delizia. Nella vicenda biografica di Pasolini si tratta di un paese fondamentale in quanto destinazione solita di vacanze estive trascorse in famiglia con la madre e il fratello Guido Alberto. Lo stesso scrittore la descrisse come “luogo assoluto dell’universo” evidenziandone l’importanza. A Casarsa inoltre risiedette stabilmente dalla fine del 1942, quando i pericoli di guerra che minacciavano la sua Bologna indussero la famiglia Pasolini a rifugiarsi in Fvg. Nel 1945 perse il fratello Guido che aveva aderito alla Resistenza partigiana e il padre Carlo Alberto era prigioniero in un campo d’internamento inglese in Africa. Nelle sue opere i riferimenti a Casarsa sono espliciti e vengono indicati anche i luoghi precisi. Il primo ovviamente è casa Colussi, ossia la casa che apparteneva al ramo materno del poeta. In seguito c’è Piazza Italia, un tempo chiamata Piazza della Bandiera, che si trova al centro di Casarsa. Anche via Menotti e via Valvasone sono fondamentali nella sua produzione. Un tempo denominati Borc di Sc’iavez e Borc di Zora, rappresentano idealmente quel mondo contadino che Pier Paolo Pasolini elevò a borgo natio e che fu alla base della sua poetica degli anni friulani.

Sacile

Non solo Casarsa della Delizia, tra i luoghi del Fvg legati alla figura di Pasolini c’è anche Sacile. Presso questo paesino nel 1928, lo scrittore bolognese frequentò la prima elementare e abitò in una casa vicino al Duomo in via Gasparotto (all’epoca via S. Martino e Solferino), fino al 1932. Fu dal 1943 al 1950 che si trasferì e visse tra Casarsa e Versuta, insegnando a Valvasone e partecipando attivamente alla vita politica.

San Vito al Tagliamento

A San Vito al Tagliamento invece, si conservano tracce preziose della sua formazione artistica e del suo impegno civile. Circondato da molti amici tra cui il pittore Federico De Rocco, che lo avviò all’arte figurativa, Pasolini stampò a San Vito i primi quattro numeri della rivista “Stroligut” e la plaquette in versi italiani “Diarii”. Nel gennaio del 1948 tuttavia, scoppiò una rivolta popolare contadina a causa del fatto che la Commissione Arbitrale del tribunale di Udine, in assenza dei rappresentanti dei mezzadri, emanò una sentenza che concedeva ai contadini friulani soltanto un terzo di quanto previsto dal Lodo a livello nazionale. Il Lodo De Gasperi fu una misura che prevedeva il risarcimento da parte dei proprietari ai contadini dei danni della Seconda Guerra Mondiale. Pasolini assistette a quest’evento e ne riportò una parte nel romanzo “Il sogno di una cosa”

Grado

A Grado invece Pasolini si trovò per girare delle riprese. Presso questa cittadina furono filmate delle scene di “Medea”, una produzione cinematografica dell’intellettuale bolognese. Introdotto alla laguna di Grado dall’amico pittore Giuseppe Zigaina, Pasolini la frequentò per molto tempo scegliendo una casa sulla mota Safon, un isolotto denominato così per via del sifone dal quale sgorgava l’acqua dolce potabile utilizzata dai pescatori.