Entrano nel vivo i progetti pensati dal Teatro Club Udine per le scuole.
“Come ci sentiremo dopo questa pandemia?”, oppure “come si fa ad uscire dal buio dove ci troviamo e a causa del quale tanti che addirittura hanno lasciato la scuola?”. E, ancora, “l’ideale è tornare, tramite l’incontro con l’altro, alla visione precedente dal Covid, ma quell’ideale allora per noi era realtà. Segno che sono intercambiabili? E come è possibile questo incontro con l’altro se ci è vietato frequentarci?”.
Sono soltanto alcune delle tante domande, dirette e genuine, che gli studenti delle scuole superiori di Udine e provincia hanno rivolto allo psicanalista Massimo Recalcati, ospite dell’ultima conferenza che il Teatro Club Udine ha organizzato all’interno dei progetti dedicati proprio alle scuole. Due iniziative, guidate dal responsabile artistico per i progetti didattici Francesco Accomando, per far convergere teatro e scuola dando luogo a un’azione culturale sinergica grazie alla partecipazione attiva degli insegnanti e degli studenti.
Paura, resilienza, buio, condivisione, solitudine. Parole forti, riecheggiate più volte nel corso dell’incontro con il noto psicanalista e saggista, che danno il segno di “quanto gli adolescenti – spiega Accomando – abbiano la necessità di confrontarsi su questi temi. La didattica a distanza, per quanto necessaria, e l’impossibilità di relazionarsi di persona – prosegue il responsabile artistico – ha provocato alcuni casi drammatici. Molti ragazzi, e lo dicono le ricerche degli psicologi e psicanalisti, soffrono molto questa situazione. Ecco perché è fondamentale cercare di dare delle strumenti di riflessione di quello che sta accadendo, dal Covid a, in generale, a tutti i conflitti. I ragazzi sono smarriti e di fronte a tante imposizioni, hanno perso punti di riferimento, confondendo autorevolezza con autorità”.
Per questo motivo, il Teatro Club ha pensato a due progetti “La vita al tempo del Covid” e “Ragazzi in piazza” proprio per cercare di dare quelle “istruzioni per l’uso” e riuscire ad affrontare, in modo attivo e partecipato, le difficoltà del presente. “Spunti di riflessione ed elaborazione collettiva e individuale – commenta la presidente di Teatro Club Udine, Alessandra Pergolese – di una situazione storica di cui saranno preziosi testimoni. Spunti e stimoli di memorie per comprendere da dove veniamo, chi siamo e dove andiamo”.
E così, terminata con Massimo Recalcati la prima fase di conferenze con esperti, docenti, scrittori e accademici, si passa ora alla seconda con dei laboratori, sia tematici, sia di progetto, che porteranno a delle giornate conclusive con gli studenti protagonisti e creatori loro stessi, del momento finale.
Il primo dei laboratori partirà mercoledì 17 e proseguiranno, ognuno in base ai percorsi scelti, fino ad aprile. La docente e scrittrice Antonella Sbuelz curerà il laboratorio di scrittura creativa partendo dal concetto di “Autobiografia come spazio di libertà. Esplorarsi, dirsi, raccontarsi: scrivere di sé come spazio di libertà in momenti di crisi”. Il laboratorio di storia è curato invece dall’insegnante Carlo Federico Del Mestre e verterà su “Dalle cronache del Giornale di Udine: alla ricerca delle dinamiche della storia e di suggestioni controfattuali”. I laboratori di fotografia saranno tenuti da Franco Martelli Rossi, fotografo e docente, e si concentreranno uno su “Fotografia e racconto: dalle oggettive sequenze storiche alle suggestive interpretazioni dell’era digitale” e l’altro su “Rappresentazione visiva di un’epoca: l’idea iconografica del passato e il verosimile del presente”. Il regista e attore Francesco Accomando, infine, guiderà i laboratori di progetto per un “Accompagnamento alla creazione dell’evento culturale finale”.
Seguire questi progetti sarà per i ragazzi un modo “per pensare concretamente e attivamente al loro futuro”, spiega Accomando. E proprio in questo percorso, particolare importanza riveste chi, all’interno della classe fungerà da “raccordo” tra le varie iniziative messe in campo dai compagni in vista del momento conclusivo. Un ruolo a cui, appunto, sono dedicati i laboratori di progetto.