Nella cripta dell’antica cappella di San Michele, sono custodite 15 delle 22 mummie poste ritte poggiate alle pareti, che hanno reso famoso nel mondo il borgo medievale di Venzone.
La scoperta.
Le mummie risalgono al 1647. La loro scoperta avvenne nel corso dei lavori del trecentesco sarcofago appartenente al casato dei potenti feudali veronesi degli Scaligeri per la costruzione della cappelletta del Rosario, quando fu scoperta la prima delle mummie detta “il Gobbo”.
La mummificazione dei corpi nel Duomo di Venzone è dovuta ad un fungo che vegeta e che forma una muffa parassita conosciuta come Hypha Bombicina Nigra Pers che ha il potere di disidratare i corpi nel breve tempo di 12-14 mesi, facendo pergamentare la pelle dei corpi sepolti.
Il ritrovamento delle tombe.
Tra il 1825 e il 1891, furono estratte dalle tombe disposte nella pavimentazione del Duomo una quarantina di mummie, alcune delle quali furono portate per studi all’università di Padova, altre nella chiesa degli Invalidi di Parigi e altre nel Museo di Vienna.
Delle mummie di Venzone venne a conoscenza anche Napoleone che soggiornava a Villa Manin di Passariano, per la firma del Trattato di Campoformido. L’imperatore, avendo avuto notizia delle mummie, non seppe resistere all’emozione procurata dal macabro spettacolo e le volle vedere.