Tratto da un racconto di Rinaldo Vidoni, Società Filologica Friulana.
La bella vallata di Campo che si stende dai piedi di Gemona fino a lambire le colline di Artegna e di Buia si vuole che una volta fosse un gran lago. A quei tempi, il Tagliamento scendeva da Cavazzo e la rocca d’Osoppo era un’isola abitata da un drago con sette teste, che col fiato solo era capace di ammazzare un uomo e mangiarlo poi in tre bocconi.
L’arrivo del santo romito.
La gente dei dintorni viveva in grandi ansie perchè il drago, nuotando, era capace di apparire, quando meno era aspettato, e portava via donne, bambini e animali, tutto quanto riusciva a carpire, insomma. A liberare la regione da quel flagello fu chiamato un santo romito: egli, arrivato un giorno con la croce, col Vangelo e col libro degli scongiuri, chiese che lo si conducesse in barca ad Osoppo.
Dieci o dodici dei più coraggiosi lo accompagnarono, remando verso il colle più basso, posto a mezzodì. Appena sbarcato, egli battezzò l’isoletta, imponendole il nome del santo che cadeva in quella giornata e la bandì, così che il drago non la potesse toccare e cominciò le sue preghiere.
La reazione del drago.
La bestiaccia – accortasi della presenza del romito – tosto si mise a fischiare e tanto forte che i suoi sibili giungevano distinti fino in Carnia e, dimenandosi nell’acqua infuriata, batteva la coda tanto ferocemente da far nascere una burrasca sul lago; spalancava tutte le sue sette bocche e soffiava rabbiosa contro l’intruso, ma questi aveva benedetto anche l’aria e il fiato venefico non giungeva a lui.
Ogni giorno, il sant’uomo leggeva la sua messa e, coi libri sacri, faceva poi i suoi scongiuri: e più i giorni passavano, più il drago s’infuriava. Infine, il romito ebbe il sopravvento e il mostro, scavata una gran buca, sprofondò all’inferno provocando un terremoto così forte da fendere le montagne.
Il cambio letto del Tagliamento.
A Pinzano si spalancò, infatti, una voragine immensa e le acque del lago si vuotarono di colpo e il Tagliamento, cambiato letto, invece che per Cavazzo, da allora in poi scese a valle per Puartis e Venzone. Tutti quelli che abitavano nelle vicinanze del lago fecero delle pesche miracolose e, dove prima era l’acqua, sorsero, a poco a poco, i campi ubertosi.
Il romito, a ricompensa della sua fatica, volle solo che si costruisse una chiesa in onore di San Rocco, sul colle dove egli aveva scongiurato il drago.