Racconta la leggenda che a Moggio Udinese, in un tempo assai remoto, vivessero due giovani che molto si amavano. Lei rispondeva al nome di Bele, era la bella figlia del mugnaio con mulino sul fiume Fella, lui, Angiolo, lavorava nella bottega d’artigiano dove si lavorava il cuoio per far selle da cavallo, bisacce, scarpe.
L’incontro con il frate.
Della bella Bele, s’innamorò anche un frate dell’abbazia che, avvicinata un giorno mentre raccoglieva camomilla nel campo vicino casa, l’invitò in abbazia per offrirle un liquore alle erbe.
La bella Bele non volle accettare l’invito del frate che sapeva di affumicaticcio e nulla valsero per convincerla le promesse e le lusinghe dell’uomo, che tanto insistette fino a che la pregò di donarle almeno un capello. Bele era a conoscenza che i frati avevano fama di essere capaci di far sortilegi sia buoni, sia meno buoni.
L’inganno.
In un momento che il frate era distratto, tolse dal cesto in cui poneva la camomilla un crine, lo diede al frate e quello, assai felice per la conquista, si avviò frettolosamente verso l’abbazia. Bele, arrivata a casa, raccontò dell’avventura al fidanzato e alla mamma, la quale, appena ascoltata la storia di gran fretta appese fuori la porta dell’uscio di casa il setaccio dove era stata riposta la camomilla.
Il sospetto di un sortilegio escogitato dal frate diventò certezza al primo battere dei rintocchi di mezzanotte, quando si sentì un gran rumore causato dalla caduta del setaccio che prese a correre in direzione dell’abbazia. Infine, il frate ebbe il conforto di avere tutto per sé un setaccio per la raccolta delle erbe, anziché la bella e onesta Bele.