Gli escursionisti che frequentano i boschi, i monti, le grotte e le caverne che si trovano nei dintorni di Paularo, in alcuni giorni dell’anno, possono incontrare i Guriuz, gli gnomi che qui hanno trovato ospitalità dopo un lungo girovagare per le valli delle Alpi e delle Dolomiti.
I Guriuz ladruncoli.
Accade tanti anni fa, quando alcuni Guriuz erano arrivati in questo borgo per cercare qualcosa da mangiare, rubacchiando per case, un po’ qua e un po’ là. Uno dei Guriuz, sorpreso a rubare delle salsicce fu catturato e posto sotto la panera usata per setacciare la farina, che serviva anche per fare il pane e i Cjalzons già assai conosciuti nel XIV secolo.
La tradizione dei Cjalzons.
I Cjalzons, ovvero i tipici ravioloni carnici riempiti con ricotta, uva passa, patate allessate, mela grattugiata, biscotti, conditi con burro fuso tostato, ricotta affumicata grattugiata e un pizzico di zucchero, era abitudine prepararli in ogni casa di Paularo l’ultimo venerdì del mese.
In una casa dove un venerdì fu preparata la pasta per i Cjalzons, accadde che la padrona di casa, per asciugare la pasta, la infilò nel camino del Fogolar, da dove usciva il fumo. Il Guriuz, che sbirciava il lavoro della massaia da sotto la panera, ad un certo momento disse: “Sono avolo e bisavolo, ma una cosa del genere non l’ho mai vista fare”.
La donna sorpresa chiese al Guriuz: “Sei tu che hai parlato? E cosa volevi dire?”, il Guriuz ripetè: “sono avolo e bisavolo, ma una cosa del genere così ingegnosa non l’ho mai vista fare, chissà come sarà buona quella pietanza.” Allora la donna, liberandolo dalla panera, gli regalò un po’ di pasta dei Cjalzons e gli disse: “Torna pure alla tua gente, ma non rubare più”. Da quel giorno, i Guriuz ebbero ospitalità nei boschi di Paularo dove abitarono in pace coltivando patate, fave, cereali, ortaggi e frutta; aiutavano nel lavoro dei boschi gli uomini, furono felici e non rubarono mai più.