Racconta la leggenda che quando venne deciso di fondare la città di Aquileia, i confini furono tracciati e la prima pietra fu posta sotto il volo concentrico di una magnifica aquila bianca, che improvvisamente era apparsa in cielo.
L’interpretazione del volo dell’aquila.
Il volo dell’aquila fu interpretato come buon auspicio per la nuova città. Un auspicio di segno contrario fu interpretato dalla popolazione del 452, quando la cicogna che aveva fatto il nido sulle mura delle città raccolse i suoi piccoli e fuggì. Il volo della cicogna fu visto anche da Attila che interpretò quel segno di buon auspicio per le sue truppe.
L’arrivo di Attila.
L’arrivo di Attila in vista di Aquileia fu annunciato da un forte vento che scoperchiò case e sradicò piante. Da questi presagi, la popolazione di Aquileia, informata anche delle barbarie dell’esercito pannonico, capì che non poteva resistere all’assedio.
Posti dei fantocci con le sembianze di soldati sulle mura, durante la notte, i cittadini di Aquileia s’imbarcarono vestiti di nero su barche dipinte di nero, per raggiungere l’isola di Grado. Solo quando fu sotto le mura, Attila si accorse dei manichini e, furioso per essere stato giocato, entrò precipitosamente in città. Trovandola vuota, corse al porto, ma ormai le barche erano lontane.
Quando il cavallo di Attila toccò l’acqua, s’impennò furente, fu quello un segnale inequivocabile che Flagellum Dei, com’era chiamato Attila, interpretò e capì che non poteva andare oltre all’inseguimento degli aquileiesi. Furibondo per essere stato preso in giro, ordinò di bruciare e distruggere la città.