Il castello di Tolmezzo.
Nel 1348 il Friuli fu colpito da un doppio flagello: la peste nera ed un terremoto devastante. Solo in Carnia ci furono più di mille vittime, a Tolmezzo crollò il castello, a Gemona furono distrutte oltre metà delle abitazioni, e rovinarono al suolo il Castello di Udine e il palazzo patriarcale.
La ricostruzione fu lentissima anche a causa della peste, al punto che trent’anni dopo le macerie ancora caratterizzavano il paesaggio.
Come avvenne il terremoto? Il sisma colpì con tre diverse scosse, tutte parimenti letali. La prima fu debole, ma comunque chiaramente avvertita dalla popolazione. La seconda colpì con grande forza e infine la terza fu la più distruttiva, causando la maggior parte dei danni. Secondo le testimonianze del tempo passò tra le due scosse lo stesso tempo tra la preghiera di Tre Pater Noster e Tre Ave Maria. Una dettagliata descrizione del terremoto e della peste sono rinvenibili nella Cronaca di Giovanni da Parma. Le scosse poi continuarono, con intensità ridotta, per altri quaranta giorni. Le scosse devastarono anche Venezia, dove crollarono numerose case e, in particolare, tanti campanili. La popolazione spaventatissima vide “seccarsi i canali”. In generale l’intera zona del nord est, dall’Istria oggigiorno slovena e Croata, alla Carinzia, al Friuli epicentro del terremoto, allo stesso Veneto furono colpiti.
Tra le tante testimonianze merita ricordare, quale aneddoto, una lettera del mercante Giacomello Trevisan che, dopo il terremoto del 25 gennaio, rassicurava l’amico Pignol Zucchello, scrivendo dalla città di Zara che “Sapis ch’io son sano e salvo in Zara e von in Anchona. Con ll’aide de Dio tosto sirè da tie“. Ironicamente lo stesso Pignol Zucchello sarebbe poi morto per la peste due anni dopo, nel 1350.