Vicino alle Grotte di Torlan.
Nelle vicinanze delle Grotte di Torlan, sulla strada che da Nimis porta a Chialminis, c’è un posto detto i “cretàz” dove secondo le tradizione nei pressi di un capitello all’ombra di un grande albero di noce le streghe usavano danzare coi diavoli.
Inoltre, si riteneva che le fattucchiere avessero nascosto lì un tesoro, e alcuni visitatori stranieri, saputa la voce, si misero a cercarlo ma scavando trovarono solo una lapide con scritto: “Bene facesti che mi girasti che le costole mi dolevano”. Spaventati ricoprirono tutto e posero fine alle ricerche.
Il Friuli ha una lunga e feconda tradizione connessa alle streghe e agli stregoni. Si è infatti lungamente discusso dei Benandanti, una particolarità tutta friulana di maghi. Però non sono mancante, nell’entroterra friulano, le streghe tradizionali, spesso vittima degli oscurantismi del periodo. Nomi come La Rossa, Domenatta, Aquilina, Apollonia e così via, ricordate ad esempio nell’opera di Monia Montechiarini ‘Streghe, eretici e benandanti del Friuli Venezia Giulia‘. Spesso le streghe friulane erano levatrici o esperte di erbe; in altri casi ancora si professavano in effetti streghe, preparando pozioni d’amore e rimedi per i contadini, all’insegna di una mescolanza tra cristiano e pagano, tra l’antro della maga e il santuario mariano.