Il mondo contadino è un prezioso depositario delle tradizioni accumulatesi in molti secoli, tramandate da generazione in generazione, da padri in figli, da mamme a figlie e spose.
L’inizio della giornata nei campi.
I contadini che si recavano nei campi non iniziavano e non lasciavano i lavori senza recitare una preghiera. La sera della vigilia di Natale era tradizione porre dodici granelli di grano, uno per mese, in una padella ben calda per vedere se i grani si aprivano e risultavano tutti sani e bianchi.
Era un modo per trarre auspici per la nuova stagione delle semine e dei raccolti. Altri presagi per le colture erano tratti dall’andamento del tempo nei primi dodici giorni dell’anno e dalla direzione del fumo del fuoco dell’Epifania. Per preservare le coltivazioni dalle tempeste, era posto sull’uscio di casa un rametto d’ulivo benedetto la Domenica delle Palme.
Come preservare le coltivazioni dalle tempeste.
La stessa proprietà era considerata per i petali freschi ed essiccati di fiori raccolti nel giorno della processione del Corpus Domini conservati per essere sparpagliati nei campi, nei frutteti e nei vigneti. Per allontanare il cattivo tempo, era posto sull’uscio di casa e delle stalle un pezzettino di carbone, appositamente conservato, del nadalin, il grande ceppo di Natale posto sul fogolar che ardeva costantemente dalla vigilia di Natale alla festa dell’Epifania.
Le processioni propiziatorie.
Nel giorno della festa di San Marco (25 aprile), era tradizione partecipare alla processione propiziatoria delle Rogazioni che si svolgeva lungo tutti i campi della parrocchia. Non era di buon auspicio l’incontro di due processioni distinte, fatto ritenuto negativo per quell’anno, per le tempeste e per gli scarsi raccolti.
La messa a dimora delle viti avveniva nei giorni della Settimana Santa. Il canto del cuculo, sul finire dell’inverno e nei primi tempi della primavera, era ritenuto dal mondo contadino di buon auspicio e segnale di stagione fruttuosa dai buoni raccolti.
La benedizione degli animali.
Gli animali venivano benedetti sul sagrato della chiesa il giorno della festa di Sant’Antonio Abate (17 gennaio). Oggi, la tradizione prevede che, oltre agli animali, siano benedetti i trattori e l’attrezzatura impiegata nella lavorazione agricola. Nel giorno di Pasqua e Pasquetta, si svolgevano i tornei della battitura delle uova sode dipinte con foglie di cipolla, di carciofi e con altre erbe.
Altro gioco pasquale dei bambini consisteva nel far rotolare lungo un pendio le uova sode fino alla rottura dei gusci. Le feste, quasi sempre, si concludevano con il grandioso spettacolo dei fuochi artificiali.