Il castello di Rive d’Arcano è uno dei manieri più antichi del Friuli, fatto costruire nel IX secolo dai potenti e influenti feudali del casato di Tricano. Il castello, immerso in un suggestivo ambiente collinare composto dall’alto mastio sul quale si aprono bifore, con il suo triplice giro di mura, la caratteristica torre e la piccola chiesetta gentilizia, svolse un ruolo importante sostenendo e respingendo numerosi assalti durante le vicende per le lotte di potere, che vide impegnato il patriarca e il patriarcato d’Aquileia contro truppe ed eserciti invasori.
Gli assalti comandati da Toni Bocal.
Nel 1511, il castello fu oggetto di assalti da parte della popolazione contadina a seguito dei moti scoppiati nel giorno di giovedì grasso 27 febbraio a Udine. La rivolta, capeggiata da Toni Bocal, così chiamato perché sulla fronte portava una vistosa cicatrice provocata a causa di una lite con il fratello Urbano, il quale nello scontro gli calò in testa un boccale colmo di vino.
Toni Bocal, alla guida di un gruppo di facinorosi, si unì a quanti in rivolta manifestavano a Porta Aquileia a favore dell’impero asburgico, contro la Repubblica di Venezia. Dopo un comizio tenuto da Antonio Savorgnan a favore dell’impero asburgico, la folla, armata e aizzata al grido di “Savorgnan, Savorgnan!” rientrata in città da Porta Aquileia, si avviò verso il centro storico dove, nei pressi dell’antico Pozzo di San Giovanni, si scontrò con la fazione avversa che sosteneva la nobiltà e gli amministratori della Serenissima.
L’assalto all’armeria.
Allo scontro violento tra le fazioni, fece seguito l’assalto all’armeria del castello. Armati fino ai denti, i rivoltosi assatanati dettero l’assalto dapprima ai palazzi cittadini massacrando i proprietari, saccheggiando tutto il possibile e poi, dirigendosi in campagna verso le dimore patrizie e i castelli, fra cui il castello di Arcano.