Per le strade di Gorizia, il primo giorno di Quaresima alcune persone vestivano a lutto, segnando la fine del carnevale. Indossavano un cappello e camminavano aiutati dall’ausilio di un bastone, al quale erano infilzate alcune aringhe. Alcune di queste erano poste come delle piume sul cappello.
Questi soggetti attraversavano le vie della città simboleggiando il buon auspicio della consegna tra la stagione fredda e quella calda, che favorisce il risveglio della natura.
Il tour dei musicisti.
Si univano a loro dei musicisti e insieme si muovevano seguendo gli itinerari che più li ispiravano. Tra le risate dei passanti, la compagnia finiva sempre in un’osteria per una bevuta in compagnia.
L’aringa non poteva mancare.
Alla sera, era tradizione consumare aringa, baccalà, sardelle o trota, accompagnati da fagioli con cipolla conditi con olio e pepe. L’aringa, per tradizione in questo primo giorno di Quaresima, era consumata anche nelle trattorie. Era questa una buona occasione per una prima gita in campagna fuori porta fra amici e familiari, accompagnati dal buon umore e dall’allegria.