Elvo Zornitta fu per anni accusato di essere Unabomber.
Trecentomila euro: è questo il risarcimento riconosciuto dallo Stato ad Elvo Zornitta, l’ingegnere di Azzano Decimo accusato per anni di essere Unabomber. Una somma troppo esigua per lui che ne aveva chiesti più di un milione.
Zornitta era finito nel registro degli indagati nel 2004 e dal quel momento la sua vita è cambiata per sempre. Secondo l’accusa sarebbe stato lui ad aver costruito e piazzato più di 30 esplosivi tra Veneto e Friuli. Un inchiesta fatta di perquisizioni, sopralluoghi indizi e una prova regina che poi si è rivelata essere un falso.
Il lamierino: da prova regina a falso clamoroso.
Al centro un lamierino ritrovato all’interno di un ordigno inesploso e un paio di forbici sequestrate all’ingegnere. Dagli esami del poliziotto scientifico Ezio Zernar le striature sul lamierino corrispondevano alle forbici di Zornitta, ma il risultato del test fu totalmente smontato dal difensore dell’ingegnere, l’avvocato Maurizio Paniz. Il legale infatti ha dimostrato che quel lamierino è stato tagliato in laboratorio, manomettendo la prova in modo da far ricadere la colpa sull’unico indagato. Il poliziotto Zenar viene quindi condannato, mentre la posizione di Zornitta viene archiviata nel 2009.
Il risarcimento.
Zornitta passa quindi al contrattacco chiedendo i danni per quell’accusa infamante e quella prova architettata per farlo condannare. Somma che il Tribunale di Venezia quantifica in 300mila euro. Troppo poco per l’ingegnere e invece troppo elevata per lo Stato. Entrambe le parti hanno presentato quindi ricorso e la prossima udienza è fissata per gennaio.