Aveva violentato una ragazzina in Carnia, incastrato dal Dna

La sentenza del tribunale di Udine.

È di dieci anni di reclusione la condanna per l’albanese Gazmir Shqalzi, 36 anni, accusato di violenza sessuale su una minorenne del 2018. Questa la sentenza del tribunale di Udine che ha disposto anche il pagamento di un risarcimento da 11 mila euro. Ad aver inchiodato Shqalzi sono state le tracce di Dna rinvenute negli indumenti intimi della ragazza, residente in Carnia, che hanno quindi permesso di risalire all’identità dell’uomo. L’avvocato difensore, Monica Catalfarmo, ha deciso di leggere prima le motivazioni della sentenza per valutare un possibile ricorso.

L’episodio.

Era il 27 giugno 2018 quando Shqalzi era andato a trovare un amico in montagna, in Carnia. Camminando hanno incrociato una ragazzina che stava lavorando in apprendistato in un’azienda. Shqalzi è riuscito quindi a convincere la minorenne a fare una passeggiata da soli. L’uomo aveva da subito tentato un approccio, cercando di baciarla. Una volta arrivati dentro un capannone dove la minorenne lavorava, il 36enne ha costretto la ragazza al rapporto sessuale.

Una volta consumata la violenza, Shqalzi se ne è andato insieme all’amico che l’aveva raggiunto, mentre la ragazza è stata lasciata da sola. Pur sotto schock, la minorenne è riuscita a denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. Sono state poi le indagini dei carabinieri del Norm di Tolmezzo ad identificare Shqalzi, che intanto era stato espulso dall’Italia per un’altra condanna.