Violenza sulle donne, nel triestino quasi 200 denunce per codice rosso

Le denunce per “codice rosso” nella provincia di Trieste.

Sono poco meno di 200 le denunce per “codice rosso” ricevute dai carabinieri nell’ambito provinciale di Trieste da inizio anno. Si tratta in prevalenza di maltrattamenti in famiglia, ma anche atti persecutori e revenge porn. Il dato rappresenta sicuramente un incremento rispetto all’anno precedente, quando le denunce erano state circa 130; ad aumentare significativamente rispetto al 2023 sono state le denunce per “stalking”, quasi triplicate.

Il dato non necessariamente ha un’accezione negativa. Sebbene sia indicativo di un deprecabile fenomeno ancora troppo diffuso, l’aumento delle denunce nei reati di genere è comunque da considerarsi una vittoria, rivelando una presa di coscienza ed una maggiore consapevolezza da parte delle vittime ed il superamento di quella ritrosia dettata dalla vergogna, facendo così emergere il sommerso dei reati di genere, che nella maggioranza dei casi resta ancora “chiuso” tra mura domestiche.

L’aumento delle denunce ha fatto sì che la risposta delle Istituzioni Stato, nei casi più gravi, sia stata veloce, anche grazie alle recenti modifiche legislative, apportate con il c.d. “codice rosso rafforzato” entrato in vigore nel settembre 2023. Infatti, le misure cautelari emesse dall’Autorità Giudiziaria a seguito delle indagini delegate all’Arma dei carabinieri, ossia allontanamento dalla casa familiare, divieto di avvicinamento, arresti domiciliari e detenzione in carcere sono state per l’anno in corsa circa 80, buona parte con l’installazione dei dispositivi di controllo (braccialetto elettronico) nei casi previsti. Lo scorso anno erano state la metà.

Il ruolo dell’Arma, a Trieste così come su tutto il territorio nazionale è quello di garantire un intervento immediato per interrompere l’azione violenta e mettere in sicurezza le vittime; offrire assistenza e supporto alle stesse aiutandole a denunciare ed uscire quindi da situazioni pericolose; operare una continua attività di prevenzione, attraverso campagne di sensibilizzazione ed informazione per prevenire le violenze e promuovere una cultura del rispetto.

Attraverso la capillare presenza sul territorio, l’Arma dei carabinieri è costantemente impegnata insieme alle altre Istituzioni nella rete di intervento, assistenza e sostegno in favore delle categorie vulnerabili: ogni Stazione è pronta ad accogliere chiunque abbia bisogno d’aiuto, rappresentando un luogo sicuro, protetto, dove le vittime di violenza possono parlare liberamente senza paura o preoccupazione. I militari dell’Arma vengono continuamente formati ed aggiornati per poter riconoscere le richieste d’aiuto, valutando i cosiddetti “reati sentinella”, in modo da poter applicare le giuste procedure nel minor tempo possibile a vantaggio della persona offesa.

Proprio perché è fondamentale instaurare un approccio sensibile ed empatico con le vittime, che l’Arma dei carabinieri, già dal 2015, a seguito di un accordo con l’Associazione Soroptimist International, ha avviato un progetto che si chiama “Una stanza tutta per sé”, che prevede l’installazione all’interno delle caserme di stanze dedicate pronte ad accogliere i soggetti “vulnerabili”: un luogo protetto e accogliente dove poter raccontare quanto accaduto, determinando un rapporto meno traumatico con gli investigatori.

Questo progetto ha consentito di allestire ad oggi 275 stanze su tutto il territorio nazionale, Trieste compresa, che permettono ogni giorno di accogliere in un ambiente confortevole e meno “istituzionale” le vittime di abusi. In occasione del 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la facciata del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trieste, con la partecipazione del Soroptimist Club di Trieste, sarà simbolicamente illuminata di rosso.