Dalle vendite truffa di beni di lusso al riciclaggio: 6 arresti nella maxi operazione in Friuli

Nelle prime ore della mattinata odierna, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Udine, gli Agenti della Squadra Mobile della locale Questura, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile ed i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Udine, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari personali e reali, emessa dal GIP presso il locale Tribunale, nei confronti di sette indagati gravemente indiziati del delitto di associazione per delinquere finalizzata al compimento di reati contro il patrimonio e riciclaggio.

Sei persone sono state sottoposte a custodia cautelare in carcere e una colpita dal divieto di dimora nella Regione Friuli Venezia Giulia. Trenta sono i siti oggetto di perquisizione per ricercare e sequestrare ogni utile elemento relativo ai reati di riciclaggio di proventi derivanti dalle attività illecite compiute, per le quali l’Autorità Giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di quattro immobili (di cui 3 per evitare la reiterazione dei reati e uno quale profitto del riciclaggio).

L’operazione è il risultato di un’articolata attività investigativa avviata nell’ottobre 2023 e supportata da complesse investigazioni eseguite da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, che ha permesso di ricostruire, in via gravemente indiziaria, il vincolo associativo nei confronti di complessivi 20 indagati, attivi nella provincia udinese, dediti alla commissione di un numero rilevante di truffe attraverso annunci pubblicati su piattaforme di vendite on line e altri canali.

Dalle truffe al riciclaggio.

In sintesi, fingendosi venditori di merci di alto valore (orologi di pregio ed autovetture di lusso), inducevano a concludere “l’affare” in contanti, salvo poi rendersi irreperibili con il denaro consegnato dagli ignari acquirenti e senza consegnare alcuna merce. A queste attività commerciali fittizie, venivano affiancati anche furti e rapine.

Secondo l’operata ricostruzione investigativa, le somme cosi illecitamente ottenute venivano, successivamente, riciclate con l’acquisto e la rivendita di autovetture di pregio ovvero con l’acquisto di immobili. Per giustificare la provenienza del denaro e l’alto tenore di vita, gli indagati strumentalmente utilizzavano anche una ditta individuale e una società, operanti nel settore dello smaltimento di materiali ferrosi e agli stessi riconducibili, che sovrafatturavano la cessione di beni ad altre realtà economiche della provincia di Udine che, a loro volta, anche cedevano con sovrafatturazioni ad una cooperativa e ad un consorzio della provincia di Torino. Attraverso questo meccanismo riuscivano a giustificare flussi finanziari molto superiori ai reali sottostanti scambi commerciali.