Il nuovo attacco al velobox di Povoletto.
L’accanimento che alcuni ignoti stanno realizzando nei confronti dei velobox di Povoletto non sembra essere ciò che Graham Greene intendeva quando affermava che il primo atto della creazione è proprio la distruzione. Un processo di distruzione che in realtà risulta essere l’evidente costruzione di qualcosa, ovvero dell’inciviltà, della mancanza di rispetto nei confronti di qualunque cosa che possa essere etichettata tramite l’aggettivo di “pubblico“.
Dopo nemmeno tre giorni dalla sua installazione era stato lo spray blu a dissacrare il velobox: poi l’altra notte, dalla vernice si è passati direttamente allo sradicamento. Sembra assurdo pensare che un semplice dissuasore sia divenuto l’emblema di una civiltà che non avanza, eppure è così: di attacchi alla cosa pubblica se ne vedono ogni giorno, eppure una violenza così mal contenuta e gratuita fa davvero pensare.
Ma che cosa? Che forse il binario del giusto ha deviato verso lo sbagliato, che il cieco egoismo e la vendetta sono divenuti il baluardo statuario della liquidità di una civiltà, che spende ed attacca e sfoga la sua rabbia su un bene che è anche suo. Indipendentemente da chi siano i responsabili, di cui sicuramente le forze dell’ordine si occuperanno, la condanna verso tale scempio non è solo un momento di un processo di civilizzazione, ma un monito affinché non sia questo il futuro che vogliamo davvero insegnare alle future generazioni.
Una condanna nei confronti del gesto è stata espressa anche dal sindaco Giuliano Castenetto. “Questo gesto è l’ennesimo esempio del degrado e della mancanza di sicurezza che vige nella società di oggi. La mia speranza è che la polizia individui al più presto i responsabili e che questi paghino per i danni provocati”.