Richiesta di retifica.
Nell’articolo a firma Jessica Perra dal titolo “La contro campagna sul Covid dei “no vax”, pubblicità in giro per Udine” venivano fatte delle inesatte e fuorvianti affermazioni a carico del mio assistito. In particolare si affermava che l’iniziativa comportante l’uso della cosiddetta “vela” contenente informazioni sulla attuale, massiva campagna di terapie anti Covid era da ricollegarsi ad ambienti no vax, fatto del tutto non rispondente alla realtà tanto più che, nello specifico caso del dott. Stival, trattasi di stimato professionista appartenente a Federfarma, associazione che ha sempre onorato nel corso della sua lunga militanza e continuerà ad onorare, dimostrando grande consonanza con gli scopi e le regole deontologiche della medesima.
Non si può certo confondere un’attività di doverosa informazione e divulgazione di notizie utili alla popolazione, peraltro disponibili per chiunque voglia fare un minimo approfondimento, con un’attività connessa ad interessi di parte di qualsivoglia altro genere. Nemmeno si può “banalizzare” il diritto di critica, rigorosamente e seriamente documentato ed espressione di quella libertà di pensiero e parola garantita dalla nostra Costituzione Repubblicana (sempre meglio rammentarlo…), confinandolo semplicemente nell’ambito di non meglio definite “posizioni antiscientifiche” che più che altro sono espressione dell’ipse dixit di memoria vagamente medioevale… e di un atteggiamento quasi fideistico e religioso nei confronti della scienza che invece, se rettamente intesa, deve sempre nutrirsi di un sano dubbio. Comunque, si precisa una volta per tutte che i partecipanti a tale iniziativa mai hanno preso posizioni c.d. no vax, nemmeno implicitamente, per cui la deduzione di cui sopra, fatta propria dall’articolista, è basata su una pura speculazione di natura del tutto arbitraria.
Altrettanto infondata e l’affermazione secondo la quale il dott. Stival sarebbe l’ideatore di tale iniziativa ed anche in questo caso non è chiaro in base a quale elemento lo si sia scritto. La cosa più grave però è che nell’articolo si adombra, senza alcun elemento a supporto, la sussistenza di un legame fra la suddetta iniziativa ed un recente deplorevole atto di intimidazione compiuto ai danni del vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia.