Tanti i messaggi in ricordo del disastro del Vajont che, il 9 ottobre 1963, portò via 1.917 vite
A 61 anni dalla tragedia, oggi è la giornata del ricordo del disastro del Vajont. La sera del 9 ottobre 1963, alle 22.39, una frana si staccò dal monte Toc, precipitando nel bacino idroelettrico in fase di collaudo. L’onda anomala si riversò oltre la diga, portando con sé rocce e detriti, che causarono 1.917 morti e la distruzione degli abitati di Longarone, Erto e Casso e Vajont.
Oggi sono in programma diversi momenti di commemorazione proprio nei tre ‘Comuni della Memoria’, che lo scorso anno avevano accolto anche la visita del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Tanti anche i messaggi istituzionali.
Meloni: “Una tragedia che poteva e doveva essere impedita”
“Il 9 ottobre 1963 è una data che difficilmente possiamo dimenticare”, scrive in un post la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Il disastro del Vajont è una tragedia che poteva e doveva essere impedita, provocata dall’incuria dell’uomo, che ha lasciato una ferita profonda nella nostra Nazione. Rischi e pericoli che erano stati individuati e preallertati che, però, rimasero inascoltati. Quasi duemila persone persero la vita quella sera e interi paesi furono completamente spazzati via. A distanza di 61 anni portiamo quella cicatrice nella nostra memoria e la utilizziamo come monito affinché tali disgrazie non avvengano più. L’Italia non dimentica”.
“Il pensiero corre prima di tutto alle vittime di una strage purtroppo annunciata“, è il commento del gruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale. “Una ferita ancora aperta, che deve far ricordare sempre quanto l’irresponsabilità umana è costata, in quella terribile notte del 9 ottobre 1963, a una comunità che aveva denunciato i rischi della situazione ma era rimasta inascoltata. La tragedia del Vajont – ricordano gli esponenti di maggioranza – ha ancora molto da insegnarci: il rispetto della natura, della sua complessità e dei suoi delicati equilibri“.
Doveroso imparare dagli errori
“Pochi secondi sono stati sufficienti ad annientare quasi 2mila vite, a spazzare via edifici, strade, paesi interi. Il 9 ottobre è il giorno in cui ricorre il ricordo commosso e ancora incredulo per la tragedia del Vajont: la politica non si limiti a esprimere il proprio dolore, ma dimostri la capacità di imparare la lezione per evitare la ripetizione di errori che si sono rivelati fatali”, si legge nella nota del gruppo regionale di Forza Italia. “La cura del territorio, la sistematicità nell’effettuare la manutenzione, l’attenzione verso il cambiamento climatico sono elementi da cui non possiamo prescindere quando ci apprestiamo a realizzare infrastrutture che devono essere sicure, utili e compatibili con l’ambiente. Il Vajont – chiudono Cabibbo, Novelli e Lobianco- ci ricorda che solo quando l’uomo è consapevole della sua fragilità e non si sente onnipotente, può governare le forze della natura e prendersene cura, in rapporto armonico e responsabile con l’ambiente”.
“Sostenibilità ambientale e sociale siano priorità”
“Ricordiamo prima di tutto le vittime di un disastro purtroppo annunciato, che deve continuare a interrogare e scuotere le coscienze, un monito sempre attuale”, commenta il capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg Massimo Moretuzzo. “Oggi come allora ci sono tante situazioni di criticità, dovute alla fragilità idrogeologica del Paese e agli effetti della crisi climatica. Servono azioni concrete, sostenibili e lungimiranti. Basta inerzie. Fare oggi memoria del Vajont si riempie di significato solo se ci impegniamo, tutte e tutti, politica in primis, a orientare le scelte del presente ricordando gli errori del passato e indirizzandole su un cammino di sostenibilità ambientale e sociale, investendo sul coinvolgimento e sulla partecipazione attiva delle comunità nelle decisioni che le riguardano”.
“Disastro provocato dall’avidità dei profitti e dall’incompetenza”
“Fu un disastro provocato dall’avidità dei profitti e dall’incompetenza“, scrive in una nota il consigliere regionale di Open Sinistra Fvg, Furio Honsell. “Agghiacciante è ricordare i numerosissimi segnali premonitori, anche i giorni e le ore precedenti alla tremenda frana, che se ascoltati avrebbero potuto salvare tutte queste vite. Abbiamo imparato a non essere più così privi di attenzione? Temo di no. Ma intanto la Regione Fvg potrebbe entrare nella Fondazione Vajont per tutelare attivamente almeno la memoria di quella vicenda. Da anni ormai lo chiediamo insieme ai cittadini di Erto e Casso con mozioni, ordini del giorno e interrogazioni. La memoria di quell’evento – conclude Honsell – è un dovere civile e umano”.