Chiuse le indagini per la tragedia del Natisone.
A otto mesi dalla tragedia del Natisone, la Procura di Udine ha chiuso le indagini notificando quattro avvisi di garanzia con l’accusa di omicidio colposo. I destinatari del provvedimento sono Michele Nonino, operatore della Sala operativa regionale emergenza sanitaria (Sores), e tre vigili del fuoco: il capoturno Andrea Lavia e gli addetti Luca Mauro ed Enrico Signor. L’accusa verte sulla gestione dei soccorsi e sui tempi di intervento, ritenuti decisivi nella morte di Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Casian Molnar, inghiottiti dalla piena del fiume lo scorso 31 maggio.
Le indagini.
Il fascicolo ha approfondito il protocollo di emergenza adottato quel giorno. Un punto cruciale dell’indagine riguarda le telefonate di richiesta d’aiuto effettuate da Patrizia Cormos al Numero unico per le emergenze (Nue 112). Gli inquirenti stanno valutando se i protocolli di attivazione dei soccorsi siano stati seguiti correttamente e se vi siano state omissioni o ritardi fatali.
Le famiglie delle vittime chiedono risposte su alcuni aspetti critici: chi e perché ha deciso di attivare inizialmente i vigili del fuoco, senza richiedere subito l’intervento dell’elisoccorso o del soccorso alpino? Dai tabulati poi emerge che la prima chiamata di Patrizia è stata registrata alle 13.29, seguita da altre tre richieste di aiuto, l’ultima delle quali alle 13.48. Nel frattempo, i vigili del fuoco erano già sul posto ma, nonostante vari tentativi, non erano riusciti a raggiungere i tre ragazzi, rimasti stretti in un abbraccio disperato divenuto simbolo della tragedia.
Solo alle 14.07 si è levato in volo l’elisoccorso regionale da Campoformido, mentre alle 14.03 era decollato il velivolo dei vigili del fuoto da Venezia. Entrambi hanno raggiunto il Natisone troppo tardi: nel frattempo, la furia della corrente aveva già trascinato via i tre giovani.