La protesta pro Palestina all’Università di Udine.
La protesta pro Palestina ha raggiunto anche Udine, dove nel pomeriggio di oggi gli studenti dell’Università hanno deciso di occupare il rettorato con le tende che sono state piantate nel parco di Palazzo Antonini-Maseri.
L’occupazione è nata in risposta a quella che gli studenti ritengono una mancanza di azione da parte del rettore, Roberto Pinton. Le richieste degli studenti, articolate in un documento presentato durante la seduta del senato accademico, includono tre punti principali. Gli studenti chiedono che l’ateneo esprima una posizione di solidarietà alla popolazione civile palestinese, come richiesto da una mozione presentata a febbraio 2024. Inoltre, chiedono che l’università metta in atto, per quanto possibile, iniziative di sostegno alla popolazione palestinese proposte nella mozione e che venga pubblicata una lista delle collaborazioni in corso con università ed enti di ricerca israeliani, specialmente quelli coinvolti nell’apparato militare, affinché siano rese note e discusse.
Il documento che riporta queste richieste porta la firma dell’Unione degli Universitari (UDU), una delle principali sigle di rappresentanza degli studenti. Le richieste sono state votate all’unanimità dal Consiglio studentesco durante la seduta precedente. Prima della presentazione ufficiale delle richieste, il rettore Pinton ha lasciato la seduta del senato accademico in segno di dissenso, innescando di fatto l’inizio della protesta.
La parole degli dell’Unione degli Universitari.
“Come UDU crediamo che sia di impareggiabile gravità che le richieste degli studenti non solo non vengano ascoltate, ma che siano osteggiate apertamente tramite parole ed azioni – spiegano – . Che l’Università non valuti nemmeno un’apertura ai temi di solidarietà alla Palestina è noto da quando la nostra Mozione è stata respinta senza nemmeno essere discussa, ma stavolta le richieste non sono solo state disattese ma proprio inascoltate dal Rettore”.
“Questa ulteriore chiusura arriva dopo l’incontro tra la Presidente della CRUI e la Presidente del CNSU, terminato con la presa di posizione della prima a favore del cessate il fuoco immediato, in tendenza con il progressivo cambio di paradigma in molti Atenei italiani che hanno fatto proprie le risoluzioni di pace e solidarietà del loro corpo di rappresentanza studentesco. A questo punto ci chiediamo: quanto sangue deve essere versato in Palestina prima che il nostro Ateneo prenda una posizione?”, concludono i rappresentanti dell’Udu.