Ritrovata la targhetta militare di Giovanni Giacomini.
Un puzzle che in pochi giorni è stato sapientemente composto, trovando il giusto incastro ad ogni piccolo tassello. Questa la singolare storia dei fratelli buiesi Claudio e Armando Giacomini che, grazie al corretto uso dei social da parte di alcuni membri di un’associazione di volontariato, vengono contattati in quanto una targhetta militare risalente alla seconda guerra mondiale, portava il cognome del loro padre. Si tratta del soldato proveniente da Buja, Giovanni Giacomini, appartenuto al quinto reggimento del corpo dell’artiglieria, tra il 1942 ed il 1943. Classe 1920, figlio di Luigi e Caterina.
La storia ha radici molto lontane: la targhetta, oltre ai dati identificativi del soldato, riporta il numero progressivo di matricola, la data ed il luogo di nascita, in aggiunta ai nominativi dei genitori del soldato. Solitamente, questo tipo di ritrovamenti, sono riconducibili a persone che durante la guerra sono risultate disperse, se non addirittura decedute. Tuttavia, non è di certo questo il caso.
Il soldato, verrà poi spiegato dai figli, aveva ‘semplicemente’ smarrito la targhetta, che gli era stata assegnata, tant’è che quando fece ritorno a casa, era in possesso della versione ‘provvisoria’ della stessa. “Non amava molto parlare del periodo storico nel quale prestò servizio militare, quindi sia noi fratelli che nostra madre Dirce, oggi ultranovantenne, evitavamo accuratamente di porre troppe domande in merito”, racconta Claudio. Il cimelio viene rinvenuto qualche giorno fa da Vladimir, un ragazzo croato facente parte di un’associazione croata che si occupa del ritrovo di materiali reperibili tramite metal detector. Prontamente, posta la targhetta militare tramite un gruppo social, per capire se qualcuno riuscisse a capire a chi fosse appartenuta.
Ed è proprio tramite social che Alessandro, un ragazzo milanese membro dell’associazione ‘S.o.s. metal detector nazionale “, volta al recupero di cimeli, armi, fino agli oggetti di uso quotidiano come chiavi ed apparecchi in metallo, è riuscito a risalire alla famiglia di origine del soldato. Dopo soli due giorni, uno dei due figli del diretto interessato, ha capito che la targhetta era proprio quella del padre, scomparso nel 1994, a 73 anni. I figli, Claudio di 67 anni e Armando di 63, sono infinitamente grati a queste persone che ogni giorno, con attività di volontariato, recuperano oggetti che poi, come in questo caso, risultano essere di grande valore umano “Siamo commossi, di certo non ci aspettavamo che dopo ben 80 anni, qualcuno si potesse interessare di riportarci la targhetta appartenuta a nostro padre. Ringraziamo infinitamente l’associazione, in particolare i ragazzi che ci hanno contattato”, racconta commosso il figlio Claudio.
L’opera di generosità, tuttavia, non è finita. È previsto a breve un incontro tra Vladimir, il ragazzo croato che ha rinvenuto il cimelio, Alessandro, il ragazzo che è riuscito a mettersi in contatto con la famiglia friulana, ed i due figli del soldato. Oltre alla restituzione del cimelio ai fratelli Claudio e Armando Giacomini, sarà un’occasione per passare una giornata in memoria del padre, e, non per ultimo, ricordare il lavoro egregio delle associazioni che si occupano del recupero di cimeli, armi, e di tutto il materiale metallico disperso.
Associazione, quella della “S.o.s. metal detector nazionale”, esclusivamente a scopo di volontariato, come tiene a ribadire il presidente italiano Luciano Diletti “Il nostro ruolo, spesso affiancato a quello delle forze dell’ordine nei casi in cui, ad esempio, ci siano problemi a rinvenire delle armi, sta finalmente avendo l’attenzione che merita. Siamo tutti volontari, il nostro scopo è renderci utili nei confronti del prossimo”, conferma Diletti. Una storia di altruismo, di buonsenso e di generosità che fa capire quanto siano ancora importanti i valori umani.