Tra ansie, speranze ed incertezze, per gli studenti del Friuli parte il conto alla rovescia per l’esame di maturità

Gli studenti si preparano all’esame di maturità.

Raccontano le difficoltà e i limiti della didattica a distanza. Parlano delle loro paure per un esame di maturità quasi inedito. Descrivono i loro rammarichi per un anno scolastico terminato in un modo completamente inaspettato, a causa dell’emergenza coronavirus. Sono gli studenti delle classi quinte delle superiori del Friuli. Per loro, come i 460mila altri ragazzi che dovranno affrontare la fatidica prova finale, sarà un momento fondamentale, che quest’anno avrà un significato ancora più particolare.

La situazione legata al coronavirus ha, infatti, stravolto i programmi e le aspettative di molti alunni classe 2001 che si troveranno ad affrontare un’esame quasi senza precedenti. L’esame di maturità si svolgerà in una sessione orale della durata di circa un’ora, con la presenza fisica dell’alunno e della commissione di docenti che saranno tutti interni, salvo il presidente. Durante l’esame sarà necessario mantenere almeno due metri di distanza dai docenti.

Thomas Madrassi frequenta l’Istituto Paschini-Linussio di Tolmezzo e vorrebbe intraprendere una carriera professionale legato al mondo della cucina. “Durante la didattica a distanza ho avuto la fortuna di non aver mai avuto problemi di connessione, come invece è accaduto ad alcuni miei compagni di classe, ma continuo a preferire le lezioni frontali”, dice.

Per quanto riguarda l’esame di maturità si aspetta un esame più semplice rispetto a quello svolto dai compagni dell’anno scorso, “anche se si può rivelare un’arma a doppio taglio proprio perché la situazione è totalmente nuova per tutti”.

La sua propria modalità d’esame sarà così strutturata: “La prima parte verterà su un’interrogazione di italiano, la seconda parte sarà dedicata alle materie di indirizzo la terza parte comprenderà la classica busta già introdotta l’anno scorso. Al termine della prova orale parleremo della nostra esperienza legata agli stage”. 

Alessia Cargnelutti è all’ultimo anno del liceo linguistico di Tolmezzo e sogna un futuro nell’esercito. Racconta l’esperienza della didattica a distanza come un percorso faticoso e non coinvolgente come quello delle lezioni in presenza. “Mi aspetto un esame complicato – commenta -, sia per gli argomenti lasciati in sospeso a causa della situazione particolare in cui ci troviamo, sia perchè non sappiamo cosa aspettarci in sede d’esame”.

Il suo esame sarà diviso in cinque fasi: La prima parte sarà composta da una tesina sulle due materie di indirizzo, a seguire si svolgerà l’analisi di un testo di letteratura, domande generali da parte della commissione, una presentazione da parte dell’alunno sull’attività di alternanza scuola-lavoro e infine cittadinanza e costituzione.

Anche per Lorenzo Zanella che frequenta l’istituto Magrini-Marchetti di Gemona con l’intenzione di diventare un geometra, l’esame si svolgerà in cinque parti.“Il problema maggiore con la didattica a distanza – spiega -, è stato realizzare i progetti sul programma CAD, un programma per disegni tecnici, che aggiungendosi alle altre lezioni ci ha portati ad utilizzare il computer per molte ore al giorno, affaticandoci molto la vista. Abbiamo passato alcune settimane in ansia perchè le modalità d’esame non erano ancora ben chiare, ora mi sento decisamente più rilassato. Non mi aspetto che il nostro esame, nella sostanza, sia diverso rispetto ad un normale esame di maturità“.

Martina Pesamosca frequenta l’istituto Malignani di Udine e a settembre tenterà il test per entrare a Medicina. Parla dell’esperienza della didattica a distanza come una prova di responsabilità da parte degli alunni, ma non solo. “Nel nostro piccolo abbiamo dovuto imparare a riorganizzarci, soprattutto per quanto riguarda i laboratori”, afferma.

Per quanto riguarda l’esame la studentessa del Malignani spiega: “Un aspetto che gioca a nostro favore è il fatto di non aver potuto fare le simulazioni d’esame previste, ma mi aspetto comunque che questo esame si presenti come agevolato rispetto alle dodici ore di un esame comune. La difficoltà andrà comunque contestualizzata. Mi rendo conto che non tutti hanno potuto seguire con serenità la didattica a distanza“.