Il Daspo al tifoso molesto dei ciclisti sullo Zoncolan.
In un impeto, diciamo così, di entusiasmo si era messo a spintonare un ciclista stravolto dalla fatica sulla tappa dello Zoncolan. L’atleta in questione era Lorenzo Fortunato e, nonostante abbia rischiato di perdere l’equilibrio per lo sconsiderato agire di un “tifoso”, aveva vinto la tappa del Giro d’Italia.
Il comportamento dell’uomo aveva fatto indignare tutto il mondo e, nonostante il successivo pentimento poi accettato dal patron delle tappe friulane della Corsa rosa, Enzo Cainero, ora per lui è arrivata la punizione. È stato infatti notificato nei giorni scorsi il Daspo emesso dal Questore di Udine nei confronti del tifoso.
I FATTI.
A poco più di un chilometro dall’arrivo, in una zona ad accesso limitato ai soli accreditati, uno di essi, il trentatreenne toscano G.C., tra l’altro prenotatosi all’evento con una data di nascita imprecisa, si era avvicinato all’atleta appoggiandosi a lui con la propria spalla e poi spingendolo, con un classico comportamento non solo antisportivo, ma soprattutto pericoloso per la stabilità, l’incolumità e il regolare procedere del ciclista, costretto invece a scartare sulla destra, a mantenersi in equilibrio e a non perdere la concentrazione a pochi minuti da una prestigiosa impresa sportiva. All’arrivo dei primi inseguitori, solo l’intervento di altri tifosi presenti sul tracciato impediva a G.C. di avvicinarsi altrettanto pericolosamente agli atleti impegnati nell’ardua salita.
Le testimonianze raccolte e le inequivocabili immagini televisive della gara hanno portato a contestare al trasgressore la violazione per aver turbato il regolare svolgimento di una competizione sportiva e quella, altrettanto evidente, per il mancato rispetto della normativa anti-Covid, in quanto il giovane non utilizzava la mascherina prescritta avvicinandosi fino addirittura al contatto con il fuggitivo. Contestualmente la Questura ha avviato il procedimento amministrativo per l’eventuale irrogazione del divieto di accesso ai luoghi ove si svolgono le manifestazioni sportive (il cosiddetto Daspo), procedimento conclusosi nei giorni scorsi visto che G.C., pur residente a Firenze, era invece di fatto domiciliato a Modena e spesso assente per lavoro.
Il pentimento.
Chiamato a giustificarsi, l’uomo, che pure di fatto aveva ammesso le proprie responsabilità con delle pubbliche scuse e con una raccolta di fondi, per metà da lui finanziata, destinati ad una Onlus, e che ha provveduto al pagamento delle due sanzioni contestate, ha presentato alcune memorie difensive in cui si tendeva a minimizzare il gesto, da lui ritenuto pressoché innocuo. Tenuto conto della evidente ricostruzione documentale e fotografica, dell’importanza della manifestazione interessata, con diretta televisiva internazionale, e non ultimo del rischio di emulazione dei gesti compiuti, tuttavia, nei confronti di G.C. è stato adottato il provvedimento di Daspo, valido per tutto il territorio nazionale, per tutte le manifestazioni sportive professionistiche di ciclismo, su strada o su pista, compreso l’avvicinamento ai luoghi di partenza, di arrivo ed al tragitto, da un’ora prima ad un’ora dopo il passaggio dei corridori.
In caso di violazione del provvedimento, che scadrà di validità alla fine del prossimo anno solare, il trasgressore rischia l’arresto in flagranza di reato ed una condanna alla reclusione da uno a tre anni e alla multa da 10mila a 40mila euro.