Individuata una banda dedita allo spaccio di cocaina.
La Polizia di Stato, a conclusione di una attività di indagine protrattasi per diversi mesi e condotta anche con il ricorso ad intercettazioni, ha individuato una banda composta da soggetti italiani, kosovari e sudamericani attivi tra le provincie di Trieste, Udine e Treviso nello spaccio di cocaina.
Le investigazioni, effettuate dalla Squadra Mobile della Questura di Trieste e dirette dalla Procura della Repubblica di Trieste nella persona della dottoressa Bacer, hanno consentito di raccogliere elementi di prova nei confronti degli indagati, documentando centinaia di episodi di cessione di stupefacente. Tali attività hanno poi permesso al G.I.P. del Tribunale di emettere 3 misure cautelari in carcere, nei confronti di due cittadini Italiani D.A. classe ’84 e T.P. classe ’89 ed un cittadino kosovaro B. S. classe ‘90, tutti residenti a Trieste e deferire in stato di libertà ulteriori 17 soggetti, alcuni dei quali di origini dominicane.
Nel medesimo contesto operativo sono state eseguite perquisizioni domiciliari e personali nei confronti di 5 indagati e 9 perquisizioni nei confronti di persone terze non indagate, ritenute acquirenti degli indagati.
Nel corso delle perquisizioni, oltre a sottoporre a sequestro materiale utile per il prosieguo del procedimento è stato eseguito l’arresto nella flagranza di reato di uno degli indagati principali, D.R. classe ’63, triestino, non destinatario di misura cautelare custodiale, in quanto già sottoposto agli arresti domiciliari e trovato in possesso di un considerevole quantitativo di cocaina, nonché denaro contante e materiale per la pesatura e per il confezionamento della sostanza.
L’attività di investigazione aveva già portato all’arresto in flagranza di reato di 3 soggetti, tutti italiani di cui due D.R. classe ’63 e D.G. classe ‘86 residenti nella città di Trieste ed uno D.D. classe ’80 in provincia di Udine. Gli stessi erano stati trovati in possesso di considerevoli quantitativi di cocaina da destinare ad attività di spaccio.
Le misure cautelari personali e le perquisizioni nei confronti degli indagati sono state eseguite in collaborazione con le Squadre mobili delle Questure di Napoli, Venezia, Udine e Treviso. Le successive attività nei confronti dei terzi non indagati, ritenuti clienti del gruppo, sono state invece eseguite successivamente dalla Squadra Mobile di Trieste.