Smantellata un’organizzazione neonazista, volevano colpire lo Stato. Indagati a Pordenone e Trieste

L’operazione contro l’organizzazione neonazista “Divisione Nuova Alba”.

C’è anche un pordenonese e un triestino tra i membri dell’organizzazione neonazista “Divisione Nuova Alba”, smantellata questa mattina nel corso dell’operazione della polizia su tutto il territorio nazionale che ha portato all’arresto di 12 persone e alla perquisizione di 25 abitazioni in 17 province del Paese.

L’associazione, attiva anche online attraverso la piattaforma Telegram, pianificava azioni violente contro le alte cariche dello Stato con l’obiettivo di instaurare un regime autoritario. L’indagine, partita dalla procura di Napoli e poi trasferita alla magistratura di Bologna, è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antiterrorismo e dalla Direzione Nazionale Antimafia.

L’operazione ha coinvolto le province di a Bologna Bari, Brindisi, Lecco, Milano, Monza Brianza, Modena, Palermo, Pesaro Urbino, Pescara, Pordenone, Ravenna, Roma, Teramo, Trieste, Vercelli e Vicenza

L’operazione in Friuli Venezia Giulia

Le perquisizioni hanno coinvolto anche il Friuli Venezia Giulia, dove la Digos ha agito nelle province di Trieste e Pordenone. A Trieste è stato perquisito l’appartamento di un quarantaquattrenne, già noto per legami con ambienti suprematisti, mentre a Pordenone l’attenzione si è concentrata sul cellulare in uso a un diciannovenne, figlio del proprietario dell’abitazione perquisita. Entrambi gli indagati erano già monitorati dalle forze dell’ordine per la loro appartenenza a gruppi di estrema destra.

Durante le perquisizioni, sono stati sequestrati documenti e materiali ritenuti rilevanti per le indagini, che saranno analizzati a Bologna. L’attività investigativa conferma il coinvolgimento degli indagati in un network più ampio e organizzato, che comprendeva contatti con “Ordine Hagal”, altra organizzazione sovversiva smantellata nel 2022.

L’organizzazione Divisione Nuova Alba.

L’organizzazione, inizialmente denominata “Werwolf Division” in riferimento alle unità naziste create durante la Seconda Guerra Mondiale, aveva un modello strutturato con ruoli ben definiti: comandante, istruttore, ed editore. Il gruppo, composto da uomini e donne, si definiva pronto a una “rivoluzione” per abbattere le istituzioni democratiche. I membri, chiamati “guerrieri”, si riunivano in gruppi ristretti su Telegram per discutere piani violenti e condividere materiale formativo.

Sulla base delle attività investigative infatti, è stato ricostruito che il gruppo “segreto, composto da pochi camerati validi e fedeli pronti ad agire”, svolgeva la propria attività di propaganda e reclutamento di “Nuovi uomini e donne pronti alla rivoluzione” sia attraverso dedicati gruppi Telegram denominati “Werwolf Division Discussioni” e “Movimento Nuova Alba” – quest’ultimo ancora più ristretto e nato in un secondo momento con la finalità di occultare le progettualità più violente e strumentale anche alla formazione di “guerrieri” – sia con incontri di persona, certificati dagli inquirenti, e volantinaggi svolti nel bolognese.

L’ideologia dell’associazione si fondava sulla negazione della Shoah, l’apologia del nazismo e il rifiuto della democrazia liberale. La retorica sovversiva emerge chiaramente in uno slogan recuperato durante le indagini: “Nulla sarà compiuto finché i germi del regime non saranno sradicati fino all’ultima radice…”.