Terapie intensive al limite.
La situazione ormai è scoppiata. La Slovenia lo sapeva e purtroppo le paure sono diventate realtà: negli ospedali non ci sono più posti letto. Sabato notte un piccolo miracolo perché Janez Poklukar, ministro sloveno della Sanità, è riuscito a trovare altri 9 posti in rianimazione, ma ormai l’emergenza è ai massimi livelli in quanto i ricoverati sono più di 900 e non c’è più spazio. Sempre in Slovenia i contagi continuano a salire: solo nelle ultime 24 ore il tasso è salito al 44%, quando pochi giorni fa era del 40%.
In Croazia.
Nel paese croato l’allarme è quasi agli stessi livelli della Slovenia. Il tasso di contagio è del 37,1%, e in totale i casi registrati sono 38.631. A Zagabria intanto si preparano al peggio. I militari infatti stanno allestendo un ospedale da campo davanti ospedale clinico Dubrava.
Nonostante l’emergenza, proprio nella capitale croata, sono scese in piazza le persone contrarie al Green pass. La manifestazione ha coinvolto migliaia di persone che hanno camminato lungo tutte le strade principali di Zagabria.
In Serbia.
Dalla Serbia c’è poca chiarezza su quello che è effettivamente il quadro pandemico. I dati ufficiali infatti non sembrano essere in linea con quelli dichiarati da chi è impegnato sul fronte. Secondo Radmilo Janković, vicedirettore del Centro clinico Niš, i ricoverati dovrebbero essere circa 6.500. Janković ha anche affermato che la situazione degli ospedalizzati è molto grave e che le unità di terapia intensiva sono piene. I dati dichiarati dal governo però parlano di 14.699 persone sottoposte ai test, circa 3.484 positivi e “solo” 274 in terapia intensiva.
In Austria.
Nel frattempo le misure più drastiche le ha prese il governo austriaco. Da mezzanotte infatti i non vaccinati, circa due milioni, non potranno uscire di casa, ma sono costretti al lockdown. Con questa disposizione chi non è immunizzato potrà uscire solo per lavoro, acquisti di prima necessitò e attività motorie. Per i trasgressori sono previste delle sanzioni da 500 a 3.600 euro. Per chi decide di vaccinarsi entro il 6 dicembre e ha un tampone negativo per 48 ore uscirà dal lockdown.
Per ora la scelta di un lockdown mirato è l’unica azione messa in campo dal governo austriaco, che per adesso rimane diviso sugli eventuali altri provvedimenti. Wolfgang Mückstein, ministro austriaco della Salute, ha affermato che se per adesso il lockdown resta una semplice misura d’urgenza, se la situazione non migliorerà e i contagi continuano ad aumentare, saranno di sicuro necessarie altre restrizioni e limitazioni.