Oggi e domani lo sciopero in regione.
Carenza di personale, rischi per la sicurezza degli alunni, mancanza di norme su diplomati magistrali, percorsi abilitanti e direttori dei servizi generali e amministrativi facenti funzione.
Sono i temi al centro della mobilitazione del personale della scuola cominciata in questi giorni anche in Friuli Venezia Giulia con assemblee provinciali e all’interno dei singoli istituti e incontri programmati con i Prefetti. La mobilitazione culminerà oggi con una manifestazione nazionale unitaria indetta dalle organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals a Roma a causa del mancato rispetto delle intese nel decreto scuola.
“In Friuli Venezia Giulia, negli ultimi anni, abbiamo perso diverse centinaia di unità di personale Ata, fondamentale per far funzionare le scuole e garantire la sicurezza all’interno degli edifici scolastici. Più volte, in questi anni, abbiamo denunciato la situazione e i rischi collegati a queste carenze ormai croniche di organico, facendo anche segnalazioni ai prefetti”, sottolineano i segretari regionali delle sigle di categoria.
Il tema è tornato “prepotentemente e tristemente di attualità dopo il gravissimo episodio di Milano. C’è voluta la drammatica morte di un bambino per sensibilizzare non solo l’opinione pubblica ma anche la politica su una questione così importante e urgente”. I sindacati riconoscono che “la politica sta facendo qualcosa sul fronte dell’edilizia scolastica per la ristrutturazione di edifici molto spesso vetusti o inadeguati” ma ribadiscono che “prima di tutto serve personale per la sorveglianza.
Personale non solo Ata ma anche docente che è in sempre maggior difficoltà a gestire la sorveglianza. Tanto più negli istituti comprensivi, nelle scuole dell’infanzia e primarie, dove gli alunni sono più piccoli e il tempo scuola è molto più ampio”.
Dopo il momento del cordoglio per la morte del piccolo alunno di Milano, stretti ai familiari della vittima, i sindacati rinnovano l’appello a considerare le condizioni di sofferenza in cui versano le scuole dal nord al sud del paese con edifici scolastici spesso inadeguati, organici carenti di personale docente e Ata, vigilanza insufficiente e controlli assenti sull’idoneità degli ambienti vissuti quotidianamente da bambini e ragazzi dai 3 ai 19 anni.
Al centro della mobilitazione di questi giorni anche il mancato rispetto delle intese che erano state raggiunte il primo ottobre tra ministro dell’Istruzione e sindacati e che non sono state recepite nel decreto contenente le misure urgenti per la scuola recentemente pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Per il sindacato, al di là della positiva ammissione dei docenti delle scuole paritarie al concorso straordinario ai soli fini abilitanti, non è accettabile la mancata previsione di un quadro generale di acquisizione delle abilitazioni per l’insegnamento. Il concorso straordinario e le abilitazioni devono procedere in parallelo, trattandosi di aspetti dell’intesa tra loro collegati e non scindibili.
Il sindacato chiede di dare seguito anche all’accordo del 18 ottobre sui diplomati magistrali con la proroga delle previsioni del decreto dignità e denuncia come inaccettabile l’esclusione dal concorso riservato per accedere ai posti di Dsga del personale assistente amministrativo che ha ricoperto tale incarico nella scuola per almeno tre anni. Una scelta politica inammissibile che non vogliamo pensare sia frutto di qualche improvviso cambio di opinione, magari con motivazioni tecnocratiche per fare venire meno la parola data e scritta.