La regionalizzazione della scuola in Friuli Venezia Giulia.
“Se il percorso di regionalizzazione previsto dall’assessore Rosolen sarà il punto di svolta per mettere ordine e modernizzare una scuola troppo spesso carente, non possiamo che essere favorevoli”.
Questa la dichiarazione del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Mauro Capozzella, che più volte negli ultimi mesi ha portato all’attenzione della maggioranza i problemi strutturali della scuola regionale.
Personale carente ed insegnanti sovraccarichi
“Penso alla carenza dei Dsga – afferma Capozzella – con conseguente sovraccarico su professori e insegnanti che si trovano a gestire un doppio incarico, con accumulo di ore e risultati, che sarebbero di gran lunga migliori se la gestione fosse come dovrebbe essere, e conseguente frustrazione di chi ci mette l’anima per far funzionare le cose e troppo spesso non ci riesce.
“Per non parlare della carenza endemica di dirigenti, personale Ata, insegnanti di sostegno, indispensabili alla prevenzione dell’abbandono scolastico degli alunni con difficoltà – aggiunge l’esponente M5S -. Gli obiettivi devono essere la creazione di percorsi personalizzati, la modernizzazione delle strutture, l’adeguamento informatico e il contrasto all’analfabetismo funzionale che si sta rivelando una piaga anche nel mondo giovanile, cosa che non può che preoccupare.
Unica soluzione l’autonomia scolastica
“Tutte queste tematiche, in una regione piccola e virtuosa come il Friuli Venezia Giulia, potrebbero essere risolte in tempi rapidi e con l’efficienza che da sempre ci contraddistingue, se avessimo l’autonomia scolastica, anche a fronte degli investimenti che si stanno operando e che devono avere un tornaconto dallo Stato. I nostri studenti sono ben preparati conclude Capozzella – e lo dimostrano i test per l’accesso programmato universitario e le prove Invalsi: sono loro il vero patrimonio di questa regione, da sempre precorritrice di innovazione.
Regionalizzare la scuola può veramente essere l’inversione di tendenza per darci una nuova prospettiva economica e sociale, senza dimenticare che il passo successivo deve essere l’eccellenza universitaria, altro aspetto cardine su cui dobbiamo lavorare”.