Giovane positivo al coronavirus al rientro dalla Spagna.
Disavventura per un giovane friulano di Aprilia Marittima di rientro dalla Spagna per motivi di lavoro. E la famiglia del ragazzo, positivo al Covid, decide di muoversi per fare chiarezza.
I fatti. Il giovane, dalla penisola iberica dove si trovava per lavoro, sbarca a Venezia in aereoporto. Qui ci sono ad attenderlo i genitori sessantenni e il fratello di 35 anni. Tutto il volo viene controllato per fini Covid e ventenne friulano rimane bloccato per te ore. Al ricevimento della notizia della positività al coronavirus sviene e i genitori si sentono male.
La famiglia del ragazzo e lui stesso hanno deciso di conferire formale incarico allo Studio Tutino di Udine – in paricolare gli avvocati Francesca e Santo Tutino – affinché approfondiscano i fatti. In particolare; il ragazzo si trovava in Veneto, perché non è stato ricoverato a fronte della presunta positività da test? Come mai è stato permesso, senza alcun vincolo o precisa prescrizione, il rientro a casa nella medesima vettura dei fratelli e dei genitori? Che misure di prevenzione sono state immediatamente adottate? Si è corso il rischio di infettare altre tre persone?
“Se durante il tragitto a casa – sintetizzano dallo Studio Tutino – fosse stato obbligato a fermarsi anche per dei bisogni fisici, in bar o toilette dell’autostrada poteva farlo o avrebbe rischiato di contagiare altre persone? Ci chiediamo se è normale quanto successo dopo mesi di gestione del problema”.
Ora la famiglia intera è in quarantena, oggi però i prelievi sono stati disposti (da personale sanitario) e raccomandati con orari e mezzi diversi. “Perché al sospettato di infezione non è stato fatto il tampone a casa, ma è stato fatto spostare solo in macchina quando riferisce stanchezza e spossatezza con totale perdita di odori e sapori? Se succede qualcosa per strada?”, così ancora lo Studio Tutino.
C’è da chiarire poi se le le persone in quarantena vadano considerate in malattia o infortunio e se ci saranno controlli fiscali. Il prelievo, secondo quanto ricostruito, è stato fatto la sera del 25 agosto e non il 26 come indicato in referto ad ora di pranzo. Tutti fatti da chiarire, così come se i passeggeri dell’aereo, quelli seduti più vicini e quelli in coda per prelievo Covid, siano stati posti in quarantena. “Non è polemica, ma assoluta volontà di affrontare il problema secondo scienza e coscienza, credendo che qualcosa è assolutamente da rivedere”, dicono i rappresentanti della famiglia.
Questo quanto verrà sottoposto nei prossimi giorni ai due procuratori della Repubblica del Veneto e del Friuli così come ai due presidenti di Regione e Prefetti.