Non c’è ancora una risposta sul referendum.
Il “Civico Comitato Guarneriano” è sempre più agguerrito. Fondato da alcuni cittadini di San Daniele, si oppone alla volontà espressa dalla maggioranza comunale di spostare la sezione moderna della biblioteca nello stabile periferico dell’ex Ipsia, volontà non dichiarata in campagna elettorale. Lo spostamento della sezione moderna renderebbe la biblioteca lontana dal centro e separata dalla sezione antica che verrebbe data in gestione privata.
I membri del comitato si oppongono al progetto rivendicando le scelte stabilite dai due fondatori Guarnerio di Artegna e Giusto Fontanini, riguardo una gestione unitaria e pubblica della biblioteca. Il centro storico, già privato di alcuni importanti servizi non vuole disintegrare il servizio pubblico. Sono numerosi i cittadini, di ogni colore politico, che hanno partecipato al consigli comunali delle ultime settimane ribadendo a lungo il valore della biblioteca nel centro storico.
La volontà del primo cittadino Pietro Valent è quella di trasformare l’attuale sede della biblioteca moderna in uno spazio espositivo per la biblioteca antica, investendo alcuni milioni di euro di fondi comunali e regionali nella realizzazione del progetto.
Il sindaco aveva comunicato che non sarebbe stata necessaria una raccolta di firme da parte del comitato per indire un referendum, perchè era sua stessa volontà quella di proporlo ai cittadini. Il consigliere comunale Consuelo Zanini aveva proposto la data del 26 maggio, in concomitanza con le elezioni europee. Il sindaco ha affermato di essere disponibile ad indire un referendum, ma solamente dopo lo studio di fattibilità, che verrà effettuato nel 2020.
Comitato e opposizioni, affermano che il referendum sia necessario quanto prima. In caso di vincita del no, infatti sarebbe così possibile risparmiare ai contribuenti i fondi necessari per lo studio di fattibilità.
Borghi e frazioni saranno chiamati, l’8 aprile, ad esprimere il proprio parere riguardo il bilancio comunale dei prossimi tre anni.
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