Sale sui tetti delle auto per parlare con i detenuti del carcere, ma anche lei era ai domiciliari

La donna, che doveva essere ai domiciliari, era seduta sui tetti delle auto e parlava con alcuni detenuti del carcere.

Era salita sui cofani e sui tetti delle auto parcheggiate in strada per parlare con i detenuti del carcere di Pordenone. E’ successo verso le ore 14:40 di domenica 9 marzo, quando la Centrale Operativa del Comando Carabinieri di Pordenone haricevuto la telefonata di un passante, che ha segnalato la presenza della donna, in forte stato di agitazione.

Giunti in piazza Giustiniano, i militari hanno trovato la persona segnalata, seduta sul tetto di una macchina parcheggiata in strada, intenta a parlare con i detenuti all’interno del carcere. Alla vista dei militari, la donna, in stato di alterazione psico-fisica, ha tentato di darsi alla fuga, ma è stata inseguita e fermata. Durante le concitate fasi del fermo, ha opposto viva resistenza ai militari operanti, divincolandosi e cercando di colpirli con pugni e calci, fortunatamente senza riuscire a ferire nessuno, profferendo nei loro confronti frasi ed epiteti ingiuriosi e oltraggiosi.

Doveva essere ai domiciliari.

Una volta identificata, M.F., classe 1987, già nota alle forze dell’ordine, è emerso che al momento era sottoposta al regime degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, da quali era uscita senza alcuna autorizzazione.

La donna quindi è stata condotta in caserma, dove è stata arrestata in flagranza di reato per evasione dagli arresti domiciliari, resistenza e oltraggio a Pubblico Ufficiale e, su disposizione dell’autorità giudiziaria è stata accompagnata nuovamente presso la sua abitazione, in regime di detenzione domiciliare, in attesa di udienza di convalida. Oggi è stato convalidato l’arresto e disposta la misura degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico.