La rissa all’autostazione di Tolmezzo ha coinvolto una decina di giovani.
L’autostazione di Tolmezzo è diventata teatro di crescente preoccupazione per i cittadini e gli studenti, a causa di episodi di violenza sempre più frequenti che coinvolgono giovani stranieri, in particolare minorenni. Questi episodi, che vanno dalle risse ad altri atti di molestia di strada, stanno mettendo in allarme la comunità locale.
La situazione ha raggiunto un punto critico nel pomeriggio di mercoledì 10 gennaio, quando un gruppo di una decina di giovani stranieri, principalmente di origine egiziana e magrebina, è stato coinvolto in una violenta rissa presso l’autostazione. La situazione è sfociata in aggressioni fisiche, con l’uso di sassi e rami, causando ferite lievi a un giovane tolmezzino di 25 anni. Un autista, che cercava di documentare la scena, è stato anch’esso aggredito e privato del cellulare.
La tensione nella zona dell’autostazione è palpabile da poco più di due settimane, secondo le testimonianze raccolte. I giovani stranieri sembrano convergere verso l’autostazione intorno alle 12.30-13, prendendo successivamente i mezzi delle 17.10 o delle 18.10 per ritornare prevalentemente nelle comunità di Udine e Cavazzo, dove sono stati accolti.
Le richieste di intervento alle forze dell’ordine sono aumentate, con i cittadini che chiedono una soluzione rapida e efficace per ripristinare la sicurezza nell’area. I carabinieri sono già intervenuti in diversi episodi, supportati dalla polizia locale di Tolmezzo. Sull’episodio è intervenuto anche il vicepresidente Consiglio regionale Stefano Mazzolini. “Non possiamo rimanere indifferenti a ciò che sta succedendo a Tolmezzo e in generale sempre più spesso in tutto il Friuli Venezia Giulia. Aggressioni e minacce ai nostri ragazzi, ai nostri studenti, agli autisti. Questi non si vogliono integrare, è inutile e pericoloso insistere. Va espulso immediatamente chi non accetta le regole del Paese che lo ospita. Il meccanismo dell’accoglienza di tutti è solamente finto buonismo della sinistra, guidato solo da interessi economici di cooperative e sfruttamento delle persone che creerà sempre più problematiche sociali e scontri. Non esiste integrazione se gli stessi ospiti non si vogliono integrare. Due sole parole: a casa“.