L’episodio è accaduto in una scuola della Bassa Friulana.
Un gesto estremo in seguito a un richiamo dell’insegnante: uno studente di una scuola media della Bassa friulana si è lanciato dalle scale dell’istituto dopo essere stato ripreso per l’uso non autorizzato del cellulare. L’episodio, avvenuto venerdì 10 gennaio, ha scosso profondamente la comunità scolastica e la famiglia del giovane, che fortunatamente non ha riportato gravi lesioni.
Cosa è successo.
Erano le 13.20 quando, in seguito a un rimprovero per l’utilizzo dello smartphone in classe, lo studente si è diretto verso le scale esterne dell’edificio. In un momento di evidente turbamento, il ragazzo ha scavalcato il corrimano della rampa e si è lanciato nel vuoto, compiendo un volo di circa tre metri. L’impatto sul terreno, attutito dal prato, ha evitato conseguenze più gravi.
Il giovane, assistito dalla madre che si trovava già nei pressi della scuola, è rimasto vigile ma incapace di rialzarsi autonomamente. Immediata è stata la chiamata ai soccorsi: un elisoccorso ha trasportato lo studente all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine in codice giallo. Le sue condizioni sono gradualmente migliorate nelle ore successive, consentendo di scongiurare il peggio. Sul posto sono intervenute anche le autorità locali per raccogliere testimonianze e avviare gli accertamenti del caso.
Un episodio che accende i riflettori sul divieto di smartphone in classe
La vicenda si colloca in un contesto più ampio, segnato dall’introduzione, a partire dall’anno scolastico in corso, del divieto assoluto di utilizzare gli smartphone nelle scuole italiane, anche per scopi didattici. La misura, fortemente voluta dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, si basa su dati preoccupanti: secondo il rapporto 2023 del Global Education Monitoring (GEM) redatto dall’Unesco, il 38% degli studenti italiani dichiara di essere distratto dal cellulare durante le lezioni, mentre il 29% lamenta che l’uso improprio da parte dei compagni disturbi l’attività didattica.
Questi numeri riflettono una realtà diffusa e allarmante, che ha spinto le istituzioni a intervenire per preservare la concentrazione e il rendimento degli studenti.