Caso Prosecco/Prosek, il ricorso di Coldiretti.
“Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, insieme a circa 1.000 imprenditori agricoli ha presentato un autonomo atto di opposizione alla domanda di registrazione della menzione tradizionale croata Prosek pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea”. Lo rende noto la maggiore organizzazione degli imprenditori agricoli dell’Unione Europea allo scadere del termine ultimo fissato dalla normativa europea per il ricorso il prossimo 22 novembre.
Viticoltori in campo.
“Si tratta di una iniziativa che punta a rafforzare, con la partecipazione diretta dei viticoltori, il fronte nazionale di opposizione alla proposta dell’Unione Europea, per arrestare un pericoloso precedente in grado di ledere gli interessi dei produttori e dei consumatori del Prosecco e dell’intero patrimonio agroalimentare di qualità italiano” afferma il presidente della Coldiretti, Prandini, nel sottolineare che “si rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e nei negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazioni Made in Italy dai falsi“.
La Coldiretti ha fornito il proprio sostegno ai tavoli di lavoro del Ministero delle Politiche Agricole, delle Regioni e dei Consorzi di tutela e sono state presentate autonome opposizioni anche da Coldiretti Treviso, Consorzio agrario Treviso e Uecoop per fare emergere tutti i diversi elementi di criticità della proposta di registrazione.
Le contromosse della Croazia.
La Croazia ha ora 60 giorni di tempo per le controdeduzioni, così come anche gli altri Stati membri possono far pervenire alla Commissione atti di adesione all’opposizione formulata dal governo e dalla Coldiretti. In questa fase potrà anche essere dichiarata la inammissibilità della richiesta come ha lasciato intendere il Commissario Europea all’agricoltura Janusz Wojciechowskial Forum internazionale dell’agroalimentare della Coldiretti.
Il Prošek è un vino dolce da dessert tradizionalmente proveniente dalla zona meridionale della Dalmazia per il quale Zagabria chiede di registrare una “menzione tradizionale” dopo che il tentativo di proteggere la stessa denominazione era già fallito nel 2013.
Numeri da capogiro per il Prosecco.
Nel mondo quasi una bottiglia di vino italiano su sei stappate oggi all’estero è di Prosecco, diventato la star mondiale delle bollicine grazie a un incremento delle bottiglie esportate oltre confine del 40% nel 2021, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Istat dei primi otto mesi dell’anno. Si tratta di tutelare un patrimonio del Made in Italy che alla fine dell’anno raggiungerà un valore al consumo di 2,5 miliardi di euro dei quali la maggior parte realizzati sui mercati esteri con la leadership a livello mondiale in termini di volumi esportati davanti a Champagne e Cava.
Gli Stati Uniti sono diventati il primo acquirente in valore di bottiglie di Prosecco con un aumento del 56% ma l’incremento maggiore delle vendite – sottolinea la Coldiretti – si è verificato in Russia dove gli acquisti sono raddoppiati (+103%) mentre in Francia, il paese dello Champagne, guadagna il +35% seguita dalla Germania (+33%), nei primi otto mesi del 2021. L’appeal delle bollicine Made in Italy resiste anche alla Brexit con la Gran Bretagna che resta il secondo Paesi per quantità consumate con le vendite aumentano del 14%, e la prospettiva di incrementare ulteriormente visto che il Governo ha annunciato il taglio delle tasse sul Prosecco e sui vini spumanti con un calo di circa 1,3 euro a bottiglia che si rifletterà sui prezzi di vendita e renderà più accessibile l’acquisto del vino italiano.
Una produzione da 700 milioni di bottiglie.
A trainare il record sui mercati esteri un sistema che abbraccia due regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia), nove province e tre denominazioni d’origine (Prosecco Doc, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Docg e Asolo Prosecco Docg) per una produzione complessiva che ha raggiunto – ricorda la Coldiretti – 700 milioni di bottiglie dopo aver incassato nel 2019 il riconoscimento Unesco per le Colline del Prosecco. Un successo che ha scatenato una fiorente produzione di imitazioni che rischiano di ingannare o confondere i consumatori di cui il Prosek è solo l’ultimo esempio, ma negli scaffali dei supermercati di tutto il mondo la Coldiretti ha smascherato anche il Meer-secco, il Kressecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco tedeschi ma in commercio sono arrivati anche il Whitesecco austriaco, il Prosecco russo e il Crisecco della Moldova mentre in Brasile nella zona del Rio Grande diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur.