Il ricordo del terremoto del 1976.
Commozione e ricordo. Sono i sentimenti che hanno caratterizzato la celebrazione dei 44 anni dal terremoto che ha sconvolto il Friuli. Pur in assenza di pubblico a causa delle restrizioni da coronavirus, la mente di tutti, soprattutto di chi ha vissuto sulla propria pelle quei tragici momenti, è tornata al 6 maggio 1976. Allora, alle 21 una scossa lunga 57 interminabili secondi ha rappresentato uno spartiacque nella storia recente della regione.
Ben 1.000 i morti in Friuli, 400 dei quali a Gemona dove oggi si è svolta la cerimonia principale a ricordo dell’Orcolat. Il programma ha visto la deposizione di corone in piazzale Chiavola a ricordo delle vittime del terremoto e dell’opera di soccorso portata dai Vigili del Fuoco, alla Caserma Goi-Pantanali la commemorazione degli Alpini della Julia caduti nel sisma, l’omaggio a tutte le vittime ’76 nel cimitero comunale e una celebrazione religiosa in streaming. Oltre al sindaco Roberto Revelant c’erano anche il vicepresidente della Regione Fvg, Riccardo Riccardi, l’assessore regionale Barbara Zilli.
“Se oggi il Friuli Venezia Giulia è in grado di dare una risposta tempestiva e di riconosciuta efficacia agli effetti della pandemia, questo è grazie anche al modello di Protezione civile regionale che è stato edificato sulle macerie del terremoto di 44 anni fa – il commento del vicegovernatore Riccardi -. Oggi dobbiamo avere la lucidità di attualizzare questa nostra eccellenza perché sia sempre più in grado di rispondere a calamità impreviste e inusitate, come fu quel sisma che inferse lutti e sconvolse la nostra comunità regionale”.
“La nostra gente ha saputo rialzarsi dalla catastrofe di un sisma che ci privò degli affetti più cari, abbatté e distrusse; oggi una calamità subdola sottrae altre vite e mina le nostre risorse quotidiane, ma il Duomo di Gemona è qui a dirci che lo spirito di una comunità è più forte di ogni paura e di ogni isolamento fisico ed è testimone di ricostruzione e resurrezione”, ha aggiunto l’assessore Zilli. “Proprio da tanta sofferenza e da un prezzo così alto pagato, ma anche da tanta abnegazione e solidarietà, oggi dobbiamo attingere le risorse per rialzarci – il suo appello -. Le scosse di terremoto lacerarono, ma non spezzarono, anzi rafforzarono, l’orgoglio e la trama profonda che unisce la famiglia friulana e la comunità regionale”.
Il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, ha ricordato durante i lavori nella sede udinese della Regione un altro grande protagonista di quell’epoca. Si tratta di Antonio Comelli, già presidente del Fvg. “Comelli, colui che fu il principale protagonista della ricostruzione del Friuli dopo che, fino a quel momento, il nostro territorio era considerato realtà marginale nel contesto economico e produttivo italiano – ha esordito Zanin – e con lui gli esponenti regionali di allora, i sindaci, i tecnici e i funzionari pubblici hanno scritto le pagine più belle di una ricostruzione che ancora oggi viene additata nel mondo come un modello riuscito in termini di rapidità e concretezza di risultati”.