I due sono accusati di Associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani aggravata.
Nella mattinata odierna, un’importante operazione dei Carabinieri del ROS, con il supporto dell’Arma Territoriale di Bari e Gorizia e della Squadra Operativa di Supporto presso il 13° Reggimento dei Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”, ha portato all’arresto in provincia di Gorizia di due cittadini afghani accusati di essere membri di un’organizzazione criminale transnazionale dedita alla tratta di esseri umani. L’operazione è stata condotta in esecuzione Mandato di Arresto Europeo.
Gli arresti a Gorizia.
La localizzazione dei due soggetti è avvenuta lo scorso 30 gennaio grazie a un’attività di controllo mirata al contrasto dei sovraffollamenti abitativi e delle mancate comunicazioni di ospitalità, condotta dall’Arma dei Carabinieri in collaborazione con le Polizie Locali e gli Uffici Anagrafe della provincia. I due afghani, ufficialmente domiciliati in altre località italiane, erano ricercati da tempo dalla polizia belga.
Per l’esecuzione delle misure, considerato anche il profilo dei catturandi, oltre al personale del Raggruppamento Operativo Speciale e del Comando Provinciale di Gorizia, sono state impiegate anche le Squadre Operative di Supporto del 13° Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia”.
L’organizzazione criminale e le accuse
L’operazione rientra in un più ampio quadro di cooperazione internazionale di polizia sotto l’egida di EUROPOL, che vede coinvolti il ROS dei Carabinieri, la Polizia Federale del Belgio, la National Crime Agency del Regno Unito e altre forze di polizia europee. L’Operational Task Force costituita si concentra sul contrasto di gruppi criminali organizzati attivi nel traffico di migranti lungo la rotta balcanica, con epicentro in Serbia e Bosnia Erzegovina.
Secondo le accuse mosse dalle Autorità belghe, i due cittadini afghani arrestati in Italia avrebbero avuto un ruolo chiave nel trasferimento illegale di migranti verso diversi Paesi europei, con particolare riferimento al Belgio e al Regno Unito. L’organizzazione, oltre a gestire il traffico di esseri umani, si caratterizzava per l’uso della violenza e per la documentazione delle proprie attività criminali attraverso video e foto condivisi sui social network. Parallelamente agli arresti in Italia, altre misure cautelari sono state eseguite in Belgio e Regno Unito, nell’ambito della stessa indagine.