Dalle rapine nei supermercati alle minacce, la lunga scia di violenza dei due 16enni ospiti nella comunità di accoglienza

I due sono sono responsabili di rapine, furti e violenze.

Nella mattinata odierna gli agenti della Polizia di Stato della Questura udinese hanno dato esecuzione a due misure di custodia cautelare in Istituto Penale Minorile nei confronti di due cittadini egiziani di 16 anni, collocati in accoglienza in una comunità per minori non accompagnati del capoluogo.

Gli stessi, durante la stagione estiva, si sono resi responsabili di diversi reati predatori, consumati e tentati, a volte in concorso con altri giovani, commessi a Udine e in altri comuni della provincia, che hanno destato particolare allarme nei cittadini.

Una lunga scia di reati e violenze.

Il primo era stato deferito all’Autorità Giudiziaria competente già ai primi di giugno per rifiuto di fornire le proprie generalità al Capotreno di un convoglio della F.U.C. (la Ferrovia Udine-Cividale del Friuli) diretto a Udine. Successivamente è stato deferito per una tentata rapina aggravata ai danni di un supermercato cittadino, dove, insieme ad altro minore ed un maggiorenne suoi connazionali, al fine di garantirsi la fuga con i generi alimentari appena sottratti dagli scaffali, ha usato violenza contro un dipendente del supermercato minacciando anche le cassiere terrorizzate, prima di essere bloccato dagli agenti di una Volante intervenuta sul posto.

Sempre insieme ad altri minori, a luglio, a Cividale del Friuli, ha minacciato con un coltello un altro ragazzo per farsi consegnare dei soldi. Ad agosto ha tentato anche di spendere una banconota da 20 euro falsa in un esercizio di somministrazione di alimenti e bevande nei pressi della stazione ferroviaria udinese.

Il secondo in luglio è stato deferito all’Autorità Giudiziaria competente per aver cagionato lesioni personali ad un altro ospite della comunità ove era accolto, colpendolo al volto con una cassa musicale, sul finire di agosto per una rapina ai danni di un ragazzo, cui aveva sottratto il cellulare, minacciandolo con un bastone, e ad inizio settembre per minacce aggravate, con uso di un coltello, proferite nei confronti di un’educatrice del centro e di un altro ospite.

Erano veri e propri capibanda.

Entrambi con le loro condotte aggressive ed intimidatrici hanno dimostrato una chiara volontà di prevaricazione e sottomissione dei loro pari, assurgendo al ruolo di “capibanda”, leader negativi, che si servono dei propri “gregari” per agevolarne le condotte illecite.

Tale comportamento di leadership criminale si è manifestata in diverse occasioni anche contro agenti delle Forze di Polizia che procedevano ad accertamenti nei loro confronti; infatti, in queste circostanze, gli operatori di Polizia si sono trovati “accerchiati” da giovani connazionali degli odierni destinatari delle misure cautelari che, non riconoscendo alcuna regola od autorità, aizzavano i loro gregari contro i rappresentanti dell’Autorità Pubblica.

L’attività giudiziaria esperita, in particolare dagli agenti del locale Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, all’interno del quale è incardinata la Sezione Volanti della Questura, ha consentito al Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Trieste, sussistendo i gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati per i reati ascrittigli e l’esigenza cautelare di impedire la reiterazione degli stessi, di chiedere ed ottenere dal competente G.I.P. le misura cautelari custodiali, eseguite in mattinata dagli uomini delle Volanti e della Squadra Mobile della Questura Al termine delle attività i minori sono stati tradotti presso l’Istituto Penale Minorile di Treviso per scontare la misura custodiale.