Nella giornata di giovedì 23 Novembre la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad una Ordinanza di Misura Cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del locale Tribunale – su richiesta della Procura della Repubblica di Trieste – a carico di cinque cittadini extracomunitari di etnia afghana e pakistana tra i 18 e i 35 anni.
Le indagini.
In particolare, all’esito di investigazioni durate oltre cinque mesi, gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Trieste sono riusciti a far luce su di un gruppo criminale, composto da cittadini pakistani ed afgani, i quali dal Luglio del 2023 ad oggi si sono resi protagonisti di plurimi episodi di rapina, furto, estorsione, lesioni e minacce, commessi perlopiù ai danni di altri cittadini extracomunitari appena giunti sul territorio nazionale. Ad uno degli appartenenti al gruppo sono anche contestati i reati di resistenza a pubblico ufficiale ed interruzione di pubblico servizio, per aver aggredito alcuni operatori sanitari all’interno del locale pronto soccorso impedendo, quindi, il regolare svolgimento delle attività mediche.
L’estorsione ad un ristorante: doveva dare 2mila euro al mese.
Il gruppo è altresì ritenuto responsabile di aver estorto, ponendo in essere gravi minacce, somme di denaro ad alcuni dipendenti di un esercizio commerciale di ristorazione, sito in zona stazione centrale, nonché di aver minacciato il titolare del medesimo esercizio affinché consegnasse loro, con cadenza mensile, la somma di 2000 euro. Il denaro richiesto sarebbe servito, a dire degli indagati, ad assicurarsi una sorta di protezione che gli garantisse regolarità nell’esercizio dell’attività commerciale. Il gruppo, infatti, al fine di gettare le basi alla richiesta estorsiva da qualche tempo aveva iniziato a creare disordini all’interno e all’esterno del locale minacciando e picchiando tanto gli avventori quanto gli stessi dipendenti.
La attività di indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica nella persona del pm Bacer, ha consentito di ricostruire con estrema puntualità le esatte dinamiche dei singoli episodi ed il modus operandi del gruppo, che, per quanto emerso, mirava ad ottenere il controllo delle attività tanto lecite quanto illecite nell’area della stazione centrale, esercitando continue pressioni e minacce alle vittime.
Tale controllo spesso veniva raggiunto attraverso la commissione di azioni delittuose in alcuni casi portate a compimento anche con l’uso di armi, al fine di trarre un immediato profitto economico, assoggettando le vittime, che spesso erano loro connazionali, cosi ottenendo un monopolio sulla gestione della zona. I destinatari delle misure custodiali rintracciati nella prima mattinata odierna in collaborazione anche con la con Squadra Mobile di Teramo, ove uno degli arrestati si era trasferito da qualche giorno, sono stati trasferiti presso le competenti case circondariali a disposizione dell’autorità giudiziaria.