La protesta in piazza XX Settembre a Udine.
In piazza XX Settembre a Udine si vive una serata di Halloween che di mostruoso ha solo le condizioni critiche delle partite iva e dei piccoli imprenditori piegati dalle misure del nuovo Dpcm. Nel perimetro della piazza polizia e dei carabinieri vigilano sulla manifestazione “Ci limiteremo a mantenere l’ordine e prevenire situazioni di violenza”, assicurano prima dell’orario del raduno.
Numerosi i partecipanti, questa sera. In molti portano la mascherina abbassata, cartelloni e bandiere del Friuli. “Sono un’ex partita iva e percepisco la difficoltà del momento, sono venuta per solidarietà nonostante molti preferiscano non venire”, afferma una manifestante. Dino Contro, rappresentate degli ambulanti Fvg, tuona: “Dobbiamo tornare ad essere liberi di fare il nostro lavoro. Noi vogliamo lavorare, se la ristorazione chiude, di conseguenza chiudono tutte le altre attività”.
La tensione è crescente nella piazza. “Mi hanno tolto ogni possibilità di svago, i bambini chiusi in casa e questo porta a frustrazione in famiglia. Ora c’è tranquillità, ma la gente di questo passo uscirà di testa”, sbraita una mamma, che di professione fa la consulente. Parla al microfono Cristina Pozzo, presidente nazionale Partite iva. “Dobbiamo riprenderci la nostra dignità perché ce l’hanno levata e dobbiamo chiedere ciò che ci spetta”. Il discorso viene interrotto più volte dai manifestanti. Il clima si inasprisce, lanciati i fumogeni. Si susseguono cori al grido di “libertà” e “sciopero fiscale” e tra i manifestanti rischia di accendersi una rissa.
Un ragazzo prende la parola e grida dal megafono: “Questo non è contestare. Dovremo dare un esempio di civiltà non inciviltà. Dobbiamo cercare di essere uniti da parte di tutti i settori e arrivare anche allo sciopero fiscale se serve”. E aggiunge: “Stiamo arrivando alla guerra civile perché ci mancherà il pane fra poco”.