Il progetto di sviluppo “Carnia-2030”.
I sindaci dei comuni della Carnia hanno approvato all’unanimità lo statuto della Comunità di Montagna della Carnia, nel corso della prima assemblea del nuovo ente che giuridicamente dal 1° gennaio 2021 succederà all’Uti. All’assemblea, presieduta di diritto da Francesco Brollo quale sindaco del comune più popoloso, Tolmezzo, e svoltasi in modalità “ibrida” con alcuni sindaci in presenza, altri in videoconferenza, ha preso parte anche l’assessore regionale alle autonomie locali Pierpaolo Roberti.
La Carnia ha la sua nuova comunità montana, approvato lo statuto.
In precedenza, come previsto dalla legge, il documento era dovuto passare nei consigli comunali di ogni singolo comune. “Lo statuto è stato approvato in tutti e 27 i consigli comunali dove è stato portato a votazione (unico comune ancora in attesa di approvazione è Paularo, ma il sindaco ha mandato una nota in cui annuncia di sottoporlo alla prima seduta utile del consiglio)”, spiega il sindaco Brollo, che è anche presidente dell’Uti Carnia e dovrà quindi curare assieme all’ufficio di presidenza il passaggio da un ente all’altro. “Da questo emerge un dato oggettivo e storico, che nasce prima di questa Comunità, si ribadisce ora e mi viene da dire le sopravvive, ovvero la indubbia e orgogliosa identificazione della comunità dei comuni nel territorio e nei confini della Carnia, in nome di un territorio e di un autogoverno, che pone la Carnia come prima della classe in Regione come comunità che fa i compiti per casa ed esce volontaria, rivendicando la voglia e la necessità di un piano di sviluppo estensibile in collaborazione anche alle altre realtà montane”.
Brollo ha comunicato i dati delle approvazioni dello statuto nei comuni, che per legge dovevano precedere quella avvenuta in assemblea dei sindaci: “Su 28 comuni della Carnia, lo statuto aveva ottenuto l’approvazione nel 100% dei comuni dove è stata portata in votazione, ad esclusione del comune di Paularo. Di 27 comuni che hanno approvato lo statuto, 18 Consigli comunali lo hanno fatto all’unanimità. In particolare si sono registrati sommando tutte le votazioni: 269 consiglieri comunali che hanno espresso voto favorevole (93% dei presenti), 8 contrari, 12 astenuti. Ringrazio i colleghi dell’ufficio di presidenza, i sindaci e i consiglieri comunali tutti per l’apporto fornito, nonché il direttore dell’Uti, il segretario e la direzione Autonomie Locali della regione. Adesso cominciamo a guardare al futuro, con l’obiettivo di realizzare, per l’estate del prossimo anno un piano di sviluppo della Carnia, che possiamo chiamare Carnia-2030, attraverso la chiamata al contributo di tutti coloro che hanno un contributo in idee e progetti da portare al tavolo. Il primo passaggio coinvolgerà i sindaci, quindi i portatori di interesse. Al progetto abbiamo cominciato a lavorare con una Cabina di regia che coinvolge gli enti della Carnia e che si estenderà nei prossimi mesi a tutte le realtà rilevanti”.
Nel corso del proprio intervento l’assessore Roberti ha affermato che “ho voluto essere presente in questo momento simbolicamente importante, perché quella della Carnia è la prima Comunità ad approvare lo statuto. Quando la Regione ha disegnato la Comunità di montagna ha stabilito che l’obbligatorietà fosse prevista esclusivamente per la gestione di funzioni di carattere montano. Nulla vieta che sia possibile inserire alcune funzioni di carattere prettamente comunale, perché è evidente che in un territorio costituito da piccoli comuni c’è una carenza cronica di personale che rende difficile l’erogazione di alcuni servizi”.
In merito al tema dello sviluppo Roberti ha affermato che “la Comunità montana è stata prevista come ente necessario per svolgere le funzioni prettamente montane ma soprattutto per attivare lo sviluppo: non vogliamo un contenitore che raccolga le istanze del singolo comune e le trasmetta alla Regione per ottenere il finanziamento, ma un ente che raccolga e trasmetta la visione integrata di un territorio”, aggiungendo che “nella montagna non sono mancate le risorse, ma un’idea di sviluppo condiviso. Stiamo lavorando anche nella legge di Stabilità per dare un ulteriore segnale alla montagna, perché crediamo al valore aggiunto che questo territorio può dare a tutto il Friuli Venezia Giulia: l’attenzione è tra l’altro stata dimostrata – ha concluso l’assessore – con le due recenti leggi approvate dal Consiglio, quella già citata sul sistema integrato e quella sulle derivazioni idroelettriche”.