La decisioni del premier sloveno.
Dopo l’Ungheria, pure la Slovenia. Anche nel Paese vicino al Friuli, come riporta L’Espresso, il premier ha deciso di assegnarsi pieni poteri. Janez Janša, insomma, come il collega magiaro Viktor Orbán è stato protagonista di quello che, secondo l’opposizione, appare una sorta di colpo di Stato.
Mentre gli Stati europei sono impegnati ad affrontare la pandemia del Coronavirus, Janša – leader del Partito democratico sloveno Sds – si è sbarazzato della più importante istituzione sanitaria del Paese, costituendo un’unità di crisi e creando un presidio di comando per gestire l’emergenza. Peccato, però, che nella Costituzione slovena tutto ciò non compare. In più, per molti giornalisti ci sono enormi difficoltà nell’accedere alle informazioni.
Di recente, il governo sloveno aveva istituito l’unità di crisi, cancellandola però il 24 marzo, però, quando suoi “gruppi di lavoro ad hoc” sono stati trasferiti nel governo. A riprova di quanto il Governo sloveno stia prendendo sempre più potere, c’è anche il suo progetto di estendere i poteri della polizia, in modo tale da consentire agli agenti di pedinare i cittadini che si presume siano contagiosi, intercettandone anche le telefonate e perquisendone gli appartamenti senza bisogno di ordine del tribunale.
A completare il quadro ci sono anche gli attacchi a giornalisti e intellettuali scomodi al governo sloveno, oltre alla nomina di Žan Mahnič, conosciuto per le sue simpatie di estrema destra, come nuovo consigliere nazionale per la sicurezza, sebbene non abbia alcuna esperienza di intelligence.
Una vicenda, quella slovena, che ricorda da vicino quanto accaduto di recente in Ungheria. Qui, il premier Orbán si è conferito poteri straordinari e può governare per decreto, da solo e senza contestazioni.