Picchiata a calci, pugni e bottigliate dal compagno la notte di Capodanno

Maltrattamenti, donna aggredita e picchiata dal compagno la notte di Capodanno.

Aggredita e picchiata dal compagno la notte di Capodanno. Il pomeriggio del 2 gennaio, una Volante della polizia di Stato interveniva presso l’ospedale di Cattinara, dopo che un operatore sanitario segnalava la presenza di una donna ricoverata per un’aggressione subita la notte di Capodanno per mano del compagno, classe ‘95.

Gli agenti intervenuti sul posto prendevano subito contatti con la vittima, la quale, con evidenti segni di lesione sul corpo e sul volto, riferiva che, nel corso della notte di capodanno, mentre si trovava con degli amici in un locale del centro città, iniziava una discussione verbale con il fidanzato. Nel corso della lite, avvenuta per motivi sentimentali, l’uomo perdeva la calma e mordeva la compagna allo zigomo procurandole un ematoma.

A quel punto la donna decideva di tornare da sola casa, ma nel corso della notte, rincasava il compagno che la scaraventava giù dal divano su cui si era addormentata e iniziava a colpirla con calci, pugni e vari oggetti, tra i quali un tablet e una bottiglia di vetro.

Terminata l’aggressione l’uomo andava a dormire in camera da letto, mentre la donna, dolorante e impaurita, decideva di allertare i genitori che andavano immediatamente a recuperarla per portarla via. Tornata a casa e presi contatti con un medico di fiducia, la donna, nel corso della giornata del 2 gennaio, decideva di portarsi al Pronto Soccorso per ricevere le cure del caso. Riportando una prognosi di 40 giorni.

Picchiata e maltrattata da un anno.

La Procura di Trieste ha subito aperto un fascicolo d’indagine. Nel corso dell’audizione della vittima è emersa una grave situazione di maltrattamenti familiari che si protrae da circa 1 anno, nel corso del quale, la donna era stata vittima di ingiurie, offese, minacce e reiterate violenze. L’uomo, geloso e possessivo, l’accusava di essere disadattata, tossicodipendente e la istigava al suicidio, riuscendo di fatto ad isolarla dagli amici e dalla famiglia. Ogni 3 giorni circa vi erano umiliazioni ed episodi di violenza che la vittima però non aveva avuto il coraggio di denunciare. In un’occasione aveva deciso, a causa dei traumi ricevuti, di recarsi al Pronto Soccorso, ma in quella circostanza aveva deciso di non accusare il compagno limitandosi a riferire di essere caduta accidentalmente.

A seguito dell’attività d’indagine, il commissariato San Sabba ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dal gip di Trieste su richiesta del pm titolare del fascicolo, con la quale è stato disposto a carico dell’indagato il divieto di avvicinamento alla persona offesa e ai luoghi dalla stessa frequentati tenendosi a una distanza non inferiore a 500 metri, nonché il divieto di comunicazione con la medesima e l’applicazione del braccialetto elettronico.