Il pericolo zecche in Friuli.
Un acaro minuscolo, capace però di portare un grande pericolo. Sono le zecche, parassiti di colore bruno scuro e dimensioni molto piccole, pari ad alcuni millimetri. Negli scorsi giorni, due giovani sono stati morsi da questo parassita a Pordenone, riportando sintomi neurologici e febbre. Per loro, il rischio è di contrarre la Tbe, la temibile encefalite che può colpire il sistema nervoso centrale e periferico. Ma chi frequenta anche altre zone del Friuli deve tenere la guardia alta.
Le zecche vivono solitamente in ambienti boschivi, umidi e ombreggiati, ricchi di vegetazione spontanea e letti di foglie secche. Sono frequenti anche nel sottobosco, nei prati incolti e nelle zone di passaggio della fauna selvatica. Si trovano a loro agio anche lungo i sentieri poco battuti, dove si mimetizzano fra l’erba e i cespugli. Il pasto di sangue (durante il quale rimangono costantemente attaccate all’ospite) è più frequente in primavera, estate e inizio autunno; è molto lento e può protrarsi anche per alcuni giorni. Sono presenti in tutta la regione ed è più facile trovarle ad altitudini inferiori ai 1.000 metri. Le zecche sono più attive dalla primavera all’autunno inoltrato, soprattutto nelle ore più calde della giornata. Talvolta si possono trovare anche in inverno, alle quote più basse, prive di neve. In Alto Friuli la densità delle zecche è maggiore nelle zone orientali.
Ma che problemi portano alla specie umana? Durante il pasto, le zecche possono contagiare l’uomo con diversi microrganismi nocivi per la salute. In Fvg sono responsabili della trasmissione della Borrellia, che causa la cosiddetta malattia di Lyme, che si presenta con un forte arrossamento della pelle e, negli stadi successivi, finisce per interessare anche seriamente le articolazioni, il sistema nervoso, il cuore e altri organi interni. Altre patologie sono l’Ehrlichiosi (malattia che può intaccare gli organi interni) e, appunto, la Tbe.
La Tick-Borne Encephalitis (Tbe) è una grave malattia virale che può colpire il sistema nervoso centrale e periferico (encefalo, meningi e midollo spinale). Fa il suo esordio a distanza di 8 giorni dal morso dell’acaro, presentandosi con sintomi similinfluenzali che durano circa 4 giorni. Nel 20-30% dei casi, dopo un intervallo di benessere, si manifesta la seconda fase della malattia, caratterizzata da febbre alta, forte mal di testa, nausea, vomito e gravi disturbi neurologici. Non esiste cura: il miglior modo per prevenirla è la vaccinazione, consigliata a chi lavora o frequenta abitualmente le zone alpine e prealpine del Triveneto. È necessario vaccinarsi in autunno per essere protetti durante l’estate: nel primo anno sono previste tre vaccinazioni, poi un richiamo dopo tre anni. La protezione contro il virus della Tbe comincia solo la seconda dose. Dal 2013, la Regione ha stabilito la gratuità della vaccinazione contro l’infezione da Tbe per tutti i residenti del Fvg.
Ma come fare, se ci si accorge di avere una zecca attaccata alla pelle? È importante non toccarla a mani nude, ma usare i guanti o un fazzoletto, e non applicare sopra di essa alcuna sostanza. Per asportarla è opportuno non schiacciarne il corpo ma rimuoverla con una trazione lieve e decisa, senza strappi, usando un’apposita levetta (acquistabile in farmacia). Se una parte della zecca rimane infissa nella pelle può essere tolta come un qualunque corpo estraneo. Questa eventualità non è tuttavia pericolosa per la trasmissione delle malattie trasmesse da zecca. Dopo la rimozione dell’acaro, è necessario disinfettare la parte interessata. Bisogna agire tempestivamente, perché la probabilità di ammalarsi è bassa se il parassita viene rimosso entro 24 o 48 ore. Una volta provveduto, si deve comunicare la data di asportazione al medico, nel caso insorgano problemi di salute.
Una parte fondamentale è data dagli accorgimenti preventivi prima di una camminata. È consigliabile indossare un abbigliamento appropriato, magari di colore chiaro che rende più evidente la presenza delle zecche. Il vestiario deve essere in grado di coprire il più possibile il corpo: meglio mettere pantaloni lunghi infilati nei calzettoni e camicia a maniche lunghe infilata nei calzoni. Buona norma è proteggere i piedi con scarpe alte sulle caviglie.
Al ritorno da una gita, infine, è sempre opportuno controllare il corpo per scoprire l’eventuale presenza di questo parassita. La zecca è un piccolo nemico, capace di causare grandi problemi.