Il pediatra Lubrano di Udine sulle varianti.
Esplosioni dei contagi a scuola e varianti del coronavirus che corrono. Sul tema interviene il segretario della Federazione italiana Medici Pediatri di Udine, Paolo Lubrano.
Dottore, che impatto hanno le varianti sui bambini e gli adolescenti?
“Le varianti sono più contagiose in tutte le fasce di età compresa quella pediatrica che finora era stata relativamente risparmiata”.
Quali fasce d’età rappresentano un fattore di rischio in più?
“Tutte le fasce di età sono a rischio di maggior contagio, adesso anche nella fascia di età dei bambini fino a 10 anni vi sono più casi”.
Si ammalano più spesso anche i più piccoli al punto che si profila spesso la necessità di un ricovero?
“Il rischio di malattia da Coronavirus nei bambini risulta invariato sia nella nostra regione sia in tutti i report internazionali. La malattia medio grave nella fascia pediatrica continua ad essere una eccezione”.
Molte scuole stanno chiudendo ritornando alla Dad in molte parti d’Italia, anche per elementari e medie, per colpa dei focolai provocati dalle varianti: secondo lei anche in Friuli si dovrebbe seguire questa linea per mettere in sicurezza i bambini e gli adulti?
“Possono esserci situazioni locali che richiedono interventi radicali. Credo che la DAD e la chiusura delle scuole debbano essere se possibile evitate per le gravi conseguenze sulla salute psico-fisica dei bambini/adolescenti con aumento delle patologie d’ansia e del disagio. Le decisioni spettano comunque ai responsabili sanitari e politici”.
Che cosa prefigura per la prossime settimane?
“E’ difficile fare previsioni, continuiamo a mantenere le sole abitudini sicuramente utili: mascherine e distanziamento”.
Tanti lavoratori nelle scuole in Friuli riscontrano come svariate volte capiti che il bambino (soprattutto alle elementari, di meno alle medie) a cui riscontrano la febbre si ripresenta a scuola il giorno dopo. Come bloccare questa cattiva pratica che espone tutti al contagio?
“Fin da subito si è detto che è essenziale una alleanza fiduciaria tra scuola e genitori, se questa manca, spesso per le difficoltà in cui si trovano i genitori che lavorano, diventa tutto più complicato. Medici e pediatri devono continuare a suggerire i comportamenti più idonei, come da mesi stiamo facendo”.