La triste Pasqua senza turisti a Lignano e Grado.
Un’altra Pasqua in lockdown. Per il secondo anno di fila, niente bagno di folla per le località turistiche marine del Friuli Venezia Giulia. La zona rossa e le restrizioni per arginare i contagi da coronavirus costringono ancora una volta i centri balneari regionali a non poter assaggiare un antipasto di stagione estiva.
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Tra gli operatori c’è stanchezza mista a rabbia. Perché pensare che si possa viaggiare all’estero, ma non sia consentito muoversi fuori dal proprio comunale, fa male e dà fastidio. “Se nel 2020 lo abbiamo visto come un sacrificio e c’era speranza, quest’anno l’ottimismo è calato notevolmente – premette Manuel Rodeano, presidente di Lignano Sabbiadoro Gestioni (Lisagest) -. Siamo contenti per i tour operator, che possono lavorare, ma non soltanto noi, ma anche i “normali” cittadini fatichiamo a comprendere le scelte del governo. È possibile raggiungere mete lontane, come le Isole Far Oer o la Guyana Francese, ma non si può uscire di casa. E i tamponi e la quarantena di 5 giorni al rientro da un viaggio sono misure che lasciano perplessi, per usare un eufemismo”.
Il problema grosso, al momento, si chiama incertezza. “Ci piacerebbe avere una data per l’apertura della stagione, visto che ora non c’è – osserva Rodeano -. Per mettere in moto la macchina e assumere personale lo sforzo non è indifferente. Noi saremmo pronti a partire dal primo maggio, ma di che colore sarà la regione? Se fosse arancione o rossa non sarebbe il caso nemmeno di cominciare, e non è che in giallo le cose migliorerebbero. Penso anche ai turisti esteri: chi si farebbe una quarantena di 14 giorni per un weekend a Lignano?”. Di recente, gli operatori si sono confrontati con il sindaco, Luca Fanotto, per capire quali saranno le linee guida per l’estate 2021, ma ci sono ancora troppe domande senza risposta. A tutto ciò, va unito il fatto che il ripascimento delle spiagge va a rilento e che le concessioni demaniali sono scadute. “Ritrovarci nella stessa situazione di un anno fa è dura – conclude Rodeano -. Siamo provati psicologicamente, ma di certo non molliamo”.
A Grado, la seconda Pasqua senza turisti viene “assorbita” senza troppo mal di pancia. Così, almeno, è per Thomas Soyer, presidente del Consorzio Grado Turismo. “Credo che se terremo duro ancora per un mese – allarga le braccia – ci sarà la speranza di cominciare veramente la stagione a maggio”. Qui si auspicava di aprire la stagione il 30 aprile, ora la lente si è posata sul 15 maggio. “Ne sapremo di più a metà di questo mese, e se le misure attuali faranno l’effetto auspicato, tra due o tre settimane potremo vedere la luce in fondo al tunnel”, aggiunge.
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Per il momento anche le prenotazioni stentano. I clienti esteri, da Austria e Germania che sono due tipici bacini per Grado, hanno fatto qualche telefonata, ma attendono che si rimuovano i blocchi anche nei loro Paesi. “Per ora – precisa Soyer – c’è grande interesse per luglio, agosto e settembre. Nulla per maggio, pochissimo per giugno”. Il suo Consorzio, intanto, continua a guardare oltre. “Stiamo andando avanti con le nostre idee, promozioni e strategie – conclude Soyer -, ma con le opportune cautele. È difficile capire come muoversi, regna l’incertezza e c’è paura di sbagliare. Siamo alle prese con questa situazione già da un anno, nel 2020 mai avremmo pensato di ritrovarci a questo punto”.