La protesta nelle piazze di Udine.
Da una parte gli artisti, dall’altra i trattori e le partite iva. Nel primo weekend della zona gialla Udine è tornata a far sentire la sua voce “contro la pandemia”, “contro i decreti”, “contro il governo che ci opprime”. Un filo comune ha unito le due proteste che si sono svolte nel pomeriggio tra piazza XX Settembre e piazza Primo Maggio. Riguarda gli effetti diretti che il coronavirus ha avuto sulle imprese e sulla cultura. Due settori che sono stati mutilati, forse più di altri, dalle chiusure e dalle stringenti normative.
I trattori hanno iniziato a sfilare poco prima delle 19 in piazza Primo Maggio. Un corteo composto e maestoso, che è servito a ricordare quanto la pandemia abbia toccato tutto il mondo produttivo. Al grido “Apriamo tutto” dal gazebo si sono alternati i gilet gialli, protagonisti delle altre manifestazioni in piazza a Udine. Ai leitmotiv delle ultime volte si è aggiunta la campagna per richiedere i danni allo Stato, contro le chiusure imposte dai decreti.
Non c’era il pienone ai piedi della collinetta della piazza, forse 200 in tutto, ma abbastanza per dare un senso alla protesta. Poche ore prima in piazza XX Settembre si erano riuniti, invece, gli artisti. Tra canti e balli avevano acceso i riflettori sul difficile momento che sta attraversando la cultura anche in Friuli. Si era parlato anche coronavirus e vaccini, ma tra la maggior parte dei presenti era prevalsa la voglia di fare festa per dissacrare questo difficile momento.