L’idea di un’azienda friulana in caso di nuova emergenza.
Un ospedale da campo per gestire l’emergenza esuberi. È il progetto elaborato da un’azienda friulana, lo studio di ingegneria Marchiori Energie di Povoletto. L’iniziativa è stata sviluppata guardando non al periodo attuale, contraddistinto dalla piena emergenza per il coronavirus, ma anche a quello futuro.
L’idea si propone di utilizzare capannoni abbandonati o sfitti in discrete condizioni: “Ce ne sono tanti sul territorio – spiega l’ingegner Daniele Marchiori – e abbiamo elaborato anche un prospetto economico. Il costo di realizzazione massimo potrebbe andare dai 60 ai 90 mila euro per un capannone di circa 1.000 metri quadrati, con un importo a posto letto di circa 5.000 euro. Per realizzarlo ci vorrebbero tre settimane”.
Svariati, secondo Marchiori, i benefici anche per l’economia: a suo dire, la realizzazione dell’ospedale da campo consentirebbe di “utilizzare il denaro pubblico in modo efficiente: 2.000 lavoratori che non versano 30 al giorno creano 60.000 al giorno di “danno erariale”, oltre ai costi della cassa integrazione. Quindi – aggiunge Marchiori – di questi ne possiamo costruire uno per comune ed essere pronti a fronteggiare il “nemico”. Ci permette inoltre di affrontare in modo più rilassato il periodo e quindi limitare disoccupazione e danno erariale”.
Sempre secondo l’ideatore, il progetto potrebbe utilizzare prodotti facilmente reperibili in commercio per l’adeguamento, raggiungere forti ventilazioni di aria esterna per rendere l’ambiente a basso rischio per il personale medico (“in ospedale non si riesce”, evidenzia). Il riscaldamento sarebbe ottenuto tramite prodotti radianti, per le escursioni termiche, mentre il condizionamento sarebbe possibile grazie alla forte ventilazione.
L’idea potrebbe sembrare “fuori tempo”, visti i numeri in diminuzione del coronavirus nella nostra regione, ma così non è: “Il fine della creazione dell’ospedale – conclude Marchiori – è sopperire ad eventuali picchi che si possono creare nei prossimi mesi. Qui si potrebbero inserire solo degenti sotto terapia non intensiva. Il fine è creare delle strutture che potrebbero servire nei prossimi mesi in quanto una futura emergenza rimarrà comunque latente”. Sostanzialmente, fa notare il progettista, si è voluto emulare un ambiente esterno ma protetto dagli eventi atmosferici: “Potrebbe essere solo un’idea ma ci tenevo a dare un contributo”.