Il caso dell’operatrice sanitaria che non si vuole vaccinare in Friuli.
“Fino a che punto un operatore sanitario che lavora a stretto contatto con pazienti fragili a forte rischio di contagio ha il diritto di non vaccinarsi? La domanda retorica, cui la legge ha già dato una risposta precisa (obbligo del vaccino), sorge spontanea di fronte all’ennesimo caso no vax in regione, ancora una volta nell’hospice di San Vito al Tagliamento, struttura già alla ribalta delle cronache lo scorso aprile a causa di un focolaio scoppiato proprio per una delle operatrici in servizio non vaccinate e finito tragicamente per uno degli ospiti”. Il commento è di Tiziano Centis, capogruppo in Consiglio regionale dei Cittadini.
“Quanto è accaduto qualche mese fa – spiega Centis – avrebbe dovuto far comprendere a tutti l’importanza di vaccinarsi, invece oggi siamo di fronte a un nuovo caso di un’altra operatrice in servizio all’hospice di San Vito che pare abbia disertato per due volte l’appuntamento con il vaccino, continuando nel frattempo a lavorare come se nulla fosse accaduto o, peggio ancora, come se fosse nella posizione di scegliere se rispettare la legge e vaccinarsi”.
“Mi domando dove sia finito o se mai ci sia stato il senso di responsabilità di certe persone che, neppure di fronte a tanta ed evidente fragilità come quella degli ospiti di un hospice, riescono a mettere da parte il proprio ego – sottolinea l’esponente dei civici -, rispettando chi gli sta intorno e la legge come invece dovrebbero. Come si fa a non tenere conto delle difficoltà e delle conseguenze subite da altri per le nostre scelte? Come si arriva ad essere così egoisti e cinici da non vedere e capire che il nostro comportamento potrebbe essere fatale per qualcun altro?”.
“Mentre cerchiamo risposte sensate di fronte a tanta sfrontatezza, la direzione dell’Azienda sanitaria intervenga e sospenda l’operatrice come prevede la legge. A girare la testa dall’altra parte e far finta che il problema non esista – ammonisce Centis – si diventa complici”.