L’allarme dei geologi dopo i danni da maltempo.
“Ormai eventi come quelli dello scorso fine settimana stanno diventando sempre meno eccezionali. Ecco perché la prevenzione è l’unico strumento che possiamo mettere in campo per mitigarne gli effetti”. Parole di Francesco Treu, presidente dell’Ordine dei Geologi Fvg, che dopo l’ondata di maltempo fa il punto della situazione in regione. Sono già 24 le allerte meteo regionali della Protezione civile nel 2020, un dato che preoccupa e inquieta.
Piogge e forte vento hanno causato frane, smottamenti e ingrossamento dei corsi d’acqua, che spesso sono tracimati fino nei paesi. “La regione, in generale, e la montagna, in particolare, sono fragili – rimarca Treu -. Quanto accaduto è in parte dovuto alla giovane età geologica del territorio. I forti dislivelli delle montagne, i corsi d’acqua a carattere torrentizio che, da secchi, si riempiono e diventano impetuosi, trasportando materiale, e il fatto che questa sia zona molto piovosa danno luogo a un mix di “ingredienti” capaci di causare problemi. Senza dimenticare i cambiamenti climatici“.
Come fare, quindi, per “curare” meglio il territorio e scongiurare criticità in caso di piogge abbondanti? “La manutenzione di corsi d’acqua e versanti è basilare – spiega il presidente dei Geologi Fvg -. Ma sarebbe utile dire “stop” alla cementificazione: vedo molti capannoni sfitti in giro e si continua a costruire. Mi pare un controsenso. Così facendo, poi, si impermeabilizza il suolo e in caso di forti precipitazioni le conseguenze possono essere davvero gravi”. Buona norma è anche quella di prendersi cura di canalette e scoli. “Dal 2018, post eventi Vaia, sono stati fatti dei passi in avanti grazie ai lavori svolti. Ma non basta. Gli eventi atmosferici degli scorsi giorni sono stati notevoli, ma la prevenzione resta perfettibile. I danni ci sono stati anche questa volta, per fortuna nessuna vittima. Prevenire costa meno che riparare e gli sforzi di tutti devono andare in quella direzione“.
A livello istituzionale, Treu sollecita un “potenziamento di tutti i servizi competenti della Regione e il ricorso a personale esperto. Necessario concentrare l’attenzione su aspetti come franosità, esondabilità, sismicità e acque sotterranee. Attenzione maggiore – conclude Treu – va data alla mappatura dei punti più critici da parte di chi conosce al meglio il territorio“. L’auspicio è che i Comuni possano dotarsi della figura del “geologo di presidio“, proprio per un monitoraggio in tempo reale dell’evoluzione del suolo e dell’ambiente.
(Nella foto di copertina, scattata da Alberto Galtarossa, il maltempo che imperversava a Pontebba ieri, 30 agosto).